La Nuova Sardegna

Sassari

Congresso del Pd, domani i candidati Campus: serve unità

di Giovanni Bua

Il consigliere comunale civatiano: «Basta spaccature I cittadini non capirebbero delle nuove primarie»

18 settembre 2014
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SASSARI. Un appello all’unità, per evitare che uno scontro congressuale a livello provinciale e cittadino «riproponga lo schema delle primarie, ciò che di peggio possano meritarsi iscritti ed elettori che viceversa ci chiedono attenzione ai problemi veri».

Parole di Simone Campus, consigliere comunale e protagonista insieme ai civatiani cittadini di quello scontro, che ha portato alla vittoria di Nicola Sanna e alla sua successiva elezione a sindaco, ma convinto che questa fase vada superata, almeno nel nord Sardegna. E che l’unico modo per uscire dalle secche della spaccatura che sta dilaniando il Pd sia la ricerca di un nome condiviso per le segreterie provinciali e cittadine.

«Il Pd governa la Sardegna grazie soprattutto ad un risultato maturato a Sassari – spiega Campus –. Il nostro territorio era tornato, dopo tanti anni, al centro del panorama politico, ma le vicende legate prima alle primarie e poi alla composizione delle giunte di Alghero e Sassari hanno devastato il Partito riportandolo ad una condizione di marginalità. Come dice Fabrizio Barca, invece, dobbiamo creare le condizioni perché il Pd anche a livello locale costruisca una visione del futuro di Sassari, mobilitando le conoscenze per disegnare il "che fare" del nostro territorio. Per questo serve un partito finalmente pacificato».

«La nostra provincia – continua il consigliere comunale – ha i livelli più alti in Italia di disoccupazione giovanile, per questo abbiamo bisogno di stabilità politica e di governare i problemi. Ed è per questo che serve un congresso unitario che superi le divisioni. Con grande realismo dobbiamo riconoscere che in un partito dove tutti hanno fatto e disfatto accordi con tutti, montando e smontando alleanze, serve un accordo vero in cui nessuno possa condizionare gli altri, senza azionisti di riferimento, dove nessuno possa ricattare gli altri o porre veti, riconoscendo il pluralismo come un valore».

«Non parlo di un compromesso al ribasso – sottolinea il consigliere eletto a maggio per la seconda volta– come molti temono, ma di un accordo politico perché il partito diventi una "palestra politica" utile a "raccogliere, confrontare, selezionare, aggregare e talora produrre conoscenza sul "che fare" dell'azione di governo attraverso un confronto pubblico, informato, acceso, aperto e ragionevole fra iscritti, simpatizzanti e "altri" singoli o membri di associazioni, genuinamente indipendenti" come direbbe Barca: dobbiamo "costruire "assieme" una visione del futuro attraverso un confronto di conoscenze mediato da un principio di ragionevolezza». «Credo che ci voglia molto pelo sullo stomaco – chiude Campus – per sfuggire ad una richiesta vera di unità per il bene collettivo. Spero che nessuno sia così pazzo da sottrarsi».

Il tempo per rispondere all’appello è davvero poco. Entro domani alle 20 vanno infatti presentate le candidature per le due cariche. Per ora in corsa ci dovrebbero essere Gavino Demontis o Gustavo Depperu (Manca-Carbini) contro il sindaco di Ossi Pasquale Lubinu (Spissu) per il provinciale (ma per la stessa area si fa anche il nome di Enrico Daga). Per il cittadino invece Luca Taras (Manca-Carbini) se la dovrebbe vedere con un candidato dell’area Demontis. Condizionali d’obbligo, anche perché l’offerta Campus è ora sul tavolo. E tutto cambia di ora in ora.

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