La Nuova Sardegna

MORES. Stazioni di pompaggio, temporizzatori, una serie di accorgimenti tecnologici che potevano permettergli di curare la piantagione senza fare troppi movimenti e, quindi, senza rischiare di essere scoperto.

Ma, evidentemente, la “prudenza” non è bastata e infatti Giovanni Sechi, 54 anni, di Mores, è stato arrestato (per la seconda volta nel giro di un anno) dai carabinieri che hanno trovato vicino alla sua azienda agricola – in località “Tola” – una vera e propria struttura adibita «alla coltivazione intensiva di piante di marijuana». Oltre ottanta quelle recuperate dai militari, alte più di due metri: la piantagione era servita da un impianto di irrigazione che, attingendo acqua ed energia elettrica dall’azienda, si sviluppava per oltre 800 metri. Nonostante gli accorgimenti tecnologici, i militari sono riusciti a localizzare i cavi di alimentazione dell’impianto e, seguendoli, sono arrivati al terreno dove veniva coltivata la marijuana. E proprio qui hanno sorpreso Sechi mentre metteva in funzione l’impianto di irrigazione.

Ieri mattina il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto per l’allevatore di Mores gli arresti domiciliari. Un anno fa Sechi aveva patteggiato due anni e otto mesi perché i carabinieri avevano trovato nella sua azienda 15 chili di marijuana già confezionata. Quest’ultima attività è partita dai carabinieri della stazione di Mores che evidentemente tenevano sotto controllo i movimenti del 54enne. Due giorni fa l’arresto, con il supporto dei colleghi della compagnia di Bonorva al comando del capitano Gianni Di Carlo e quelli dello squadrone eliportato di Abbasanta.

Intanto proprio i militari della compagnia di Bonorva proseguono – supportati dai colleghi del 10° nucleo elicotteri di Olbia e dello squadrone eliportato di Abbasanta – nell’attività di ricerca e controllo nelle campagne che negli ultimi anni ha consentito di sequestrare oltre 1500 piante di marijuana, 20 chili di stupefacente pronto per la vendita e di arrestare 10 persone.