La Nuova Sardegna

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Studenti cechi imparano il sardo

Studenti cechi imparano il sardo

Gli allievi del docente Guido Piga stanno traducendo alcuni testi

23 agosto 2014
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PERFUGAS. Insegna sardo in una delle più prestigiose università della Repubblica Ceca, precisamente a Brno, e qui è diventato uno dei portabandiera più accreditati della causa della lingua sarda nel mondo. Nell’ultimo corso di traduzione, gli studenti di Dario Piga, il giovane professore perfughese che insegna da qualche anno presso l’Università Masaryk di Brno, hanno dovuto lavorare sulle guide di Austerliz, un nome che a molti richiamerà alla memoria l’epopea militare di Napoleone Bonaparte. I testi che sono stati tradotti dal ceco al sardo consentono di fare un itinerario turistico dentro le sale del castello di Austerliz, che dista a soli 20 chilometri dalla città morava di Brno. I testi in sardo sono stati tradotti dagli studenti del secondo e del quarto livello con l’aiuto del docente, che ha avuto l’idea di proporre quest’attività pratica grazie ai finanziamenti dell’Università ceca e sarda. Nel castello si possono fare due tipi di visita, e per ogni visita si possono utilizzare gratuitamente i testi, di cui va fatta richiesta durante il pagamento dei biglietti. «A livello accademico - dichiara Piga - l’obiettivo principale di quest’attività è stato quello di aver dato agli studenti non sardi, la possibilità di praticare tutti gli aspetti linguistici della lingua sarda. Grazie all’attività di traduzione sono nati dei veri e propri gruppi di lavoro di ricerca con lo scopo di approfondire gli aspetti grammaticali e soprattutto lessicali e di individuare lo stile linguistico più adatto al testo».

Ma c’è un altro obiettivo di cui Piga va giustamente orgoglioso: “aver dato la possibilità al sardo – spiega lo studioso perfughese – di avere una funzione comunicativa importante per quelle persone che al giorno d’oggi si sentono ancora identificate con questa lingua. La speranza è che quest’iniziativa non sia l’ultima, perché, attraverso il lavoro di questi valorosi studenti (ricordiamo che non sono sardi), si è dimostrato ancora una volta che in sardo si può fare, essendo sufficiente una buona dose di semplice volontà».

Giuseppe Pulina

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