La Nuova Sardegna

Sassari

Donna caduta dal tappeto elastico, la famiglia: «Vigilava sul figlio»

di Giulio Favini
Donna caduta dal tappeto elastico, la famiglia: «Vigilava sul figlio»

«Non stava facendo capriole»: secca replica alle dichiarazioni dei proprietari del piccolo parco giochi della Ciaccia di Valledoria posto sotto sequestro cautelativo

22 agosto 2014
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SASSARI. Sono gravi ma stazionarie le condizioni della donna di 45 anni che il giorno di Ferragosto a La Ciaccia, a Valledoria, è stata vittima di un incidente mentre si trovava su una delle quattro postazioni che compongono il tappeto elastico del piccolo parco giochi gestito dai coniugi Dagnino. La donna, sottoposta a una delicato intervento chirurgico alla colonna vertebrale, è ricoverato in rianimazione e ora rischia la paralisi dopo la brutta caduta all’interno della struttura mobile.

Erano circa le 23 quando il compagno e la donna accompagnata da uno dei tre figli di 7 anni hanno fatto sosta per qualche minuto presso il parco giochi gestito dalla famiglia Davino. Questa circostanza è stata specificata dai legali della signora. «Pare opportuno rilevare – scrivono gli avvocati Alessio Cerrutti ed Elena Piccinnu legali della vittima dell’incidente – come la donna abbia accompagnato all’interno della struttura il proprio figlio di 7 anni per vigilare su di esso, e che non di certo per avventurarsi, vista l’età e stante l’attività di custodia prestata, in “evoluzioni acrobatiche e capriole”. A ciò si aggiunga che, in ogni caso, allo stato non risulta che il giorno del sinistro presso la struttura fossero presenti avvisi scritti ovvero personale addetto alla vigilanza e sicurezza ed all’informativa sull’utilizzo dei giochi. Per quel che riguarda i profili di responsabilità penale, civile ed amministrativa – concludono i legali della vittima – i familiari della donna ripongono piena fiducia nell’attività della magistratura e delle forze dell’ordine incaricate delle indagini, auspicando, vista la drammaticità delle conseguenze di quanto accaduto, il massimo rispetto delle persone coinvolte».

Nel frattempo, in attesa di ulteriori disposizioni da parte della magistratura, la struttura è stata sottoposta a sequestro cautelativo da parte degli uomini della tenenza di Valledoria guidata dal tenente Andrea Asuni e il sindaco di Valledoria Tore Terzitta ha immediatamente emesso un’ordinanza di cessazione dell’attività suddetta per mancanza di autorizzazione per l’esercizio dell’attività, anche perché la stessa si trova su un’area di proprietà del Comune.

«Siamo affranti per quanto accaduto alla signora – dichiarano all’unisono i coniugi: Franco Marco Dagnino e Rita Graziano – ma di certo la causa non è da imputare a un malfunzionamento della nostra struttura semmai a un utilizzo sbagliato da parte della signora. È vero che a noi mancavano il collaudo e l’assicurazione, ma non sapevamo che per queste struttura mobile ci fosse bisogno di collaudarle così come non sapevamo che era necessario un’assicurazione in caso di incidente. Questo – continua Franco Dagnino – perché più volte abbiamo chiesto ai vari assicuratori a cui ci siamo rivolti se era necessario procedere all’assicurazione della struttura ma ci è sempre stato risposto che non era necessario. Infine – concludono i coniugi Dagnino – non riusciamo a comprendere l’atteggiamento dell’amministrazione comunale che interviene a chiuderci la struttura ora che è accaduto questo brutto incidente dopo che noi ci troviamo su questo terreno da ben 15 anni e esercitiamo questa attività a Valledoria da oltre 25 anni». Intanto, gli inquirenti stanno raccogliendo utili informazione tramite testimonianze e sentendo le persone coinvolte dal fatto per poter meglio comprendere la dinamica dei fatti che hanno portato a questo tragico incidente.

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