La Nuova Sardegna

Sassari

Chilivani in rivolta per l’impianto d’oli

di Barbara Mastino
Chilivani in rivolta per l’impianto d’oli

Un comitato di residenti protesta: «È energia pseudoverde» Contestata l’autorizzazione concessa dagli uffici regionali

18 luglio 2014
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OZIERI. C’è forte preoccupazione tra i residenti di Chilivani, in particolare quelli dell’agro, per la recente notizia dell’autorizzazione concessa dalla Regione alla costruzione di un impianto per la produzione di energia da oli vegetali e animali. Dopo un lungo iter, l’autorizzazione della direzione del servizio energia dell’assessorato all’Industria è arrivata il 25 giugno (protocollo 17.301; repertorio 340) creando un certo allarme poiché c’è gran scetticismo sul fatto che si possa creare energia davvero “verde” utilizzando oli, pur naturali. La preoccupazione è quella che l’infrastruttura si riveli essere solo una fonte di inquinamento per l’aria e i terreni agricoli della Piana. Stando agli atti, l’impianto (che sarà realizzato dalla Render Srl, “costola” di EcoSerdiana) sorgerà nell’ex stabilimento Convesa: un’area dove, sempre stando agli atti, «le prime abitazioni distano oltre 400 metri in linea d’aria dal fabbricato e nel raggio di 300 metri non si riscontrano strutture sensibili (scuole, asili, carceri, case di riposo etc)». «Fosse vero, cosa che non è - dicono dal comitato spontaneo del quartiere di Chilivani -, non si tiene comunque conto della presenza dei terreni agricoli: aree dove, oltre alle aziende, esistono tante abitazioni dove risiedono stabilmente decine e decine di famiglie. Questo impianto di produzione di energia “pseudo” verde sembra essere invece una vera bomba inquinante, poiché bruciare gli oli, pur naturali che siano, è altamente dannoso per l’aria, le falde acquifere e il terreno. A nostro parere si tratta solo di un gigantesco inceneritore: un’infrastruttura contro la quale ci siamo già battuti anni fa e che ora non vogliamo vedere sul nostro territorio, già invaso da pannelli fotovoltaici e megastrutture dismesse e ormai inutili». La popolazione, inoltre, non vede tornaconti, né in termini di lavoro né in termini di risparmio sui costi dell’energia, che sarà prodotta da privati, e vede con preoccupazione il fatto che gli oli da bruciare saranno importati (almeno all’inizio, come si legge negli atti, ndr) dalla provincia di Cuneo. Preoccupazioni che rischiano di esplodere in una clamorosa protesta.

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