La Nuova Sardegna

Sassari

Palestra di Olmedo, assolto l’ex sindaco

Palestra di Olmedo, assolto l’ex sindaco

La corte d’appello mette la parola fine alla vicenda giudiziaria che nel 2009 scatenò un vespaio di polemiche in paese

29 giugno 2014
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OLMEDO. Una sentenza di assoluzione, la seconda, mette la parola fine alla vicenda giudiziaria della palestra annessa alla scuola elementare di Olmedo. Nei giorni scorsi i giudici della corte d’appello hanno assolto dall’accusa di falso in atto pubblico l’ex sindaco Gigi Ruiu, il segretario comunale Maurizio Malgari e gli ex assessori dell’esecutivo guidato da Ruiu: Gianfranco Muroni, Stefano Piras, Gabriella Isoni e Giovanni Maria Monti. Il collegio giudicante ha confermato la sentenza di assoluzione emessa dai giudici del tribunale e ha assolto gli imputati con la formula «il fatto non sussiste».

Il primo cittadino, il segretario comunale e i quattro assessori erano finiti nei guai nel 2009 in seguito a un esposto alla Procura della Repubblica presentato dalla minoranza del gruppo “Progetto Olmedo”, di cui faceva parte l’attuale sindaco Marcello Diez. Le accuse iniziali erano quelle di abuso edilizio e di falso in atto pubblico, ma la prima imputazione era caduta quasi subito. Il processo è proseguito per accertare se l’esecutivo Ruiu aveva violato la legge approvando la delibera qualche settimana dopo avere affidato i lavori alla ditta che se li era aggiudicati con una licitazione privata. I giudici di appello,come avevano fatto quelli di primo grado, non hanno ravvisato alcun illecito in questa procedura e hanno assolto tutti gli imputati difesi dall’avvocato Luigi Satta.

La vicenda della palestra di via Pascoli aveva a suo tempo suscitato scalpore a Olmedo. Il 24 aprile del 2009 i carabinieri della compagnia di alghero, ai quali il pm Maria Grazia Genoese aveva delegato le indagini, sequestrarono il carteggio della pratica per la realizzazione della palestra che l’amministrazione comunale aveva deciso di realizzare per consentire agli scolari di fare ginnastica senza allontanarsi dalla propria scuola.

Considerata l’esiguità della somma disponibile per l’intervento, sessantamila euro, l’esecutivo aveva deciso di procedere con licitazione privata invitando alcune ditte a presentare le proprie offerte. Assegnato l’incarico, la giunta aveva quindici giorni per predisporre la delibera ma aveva autorizzato l’avvio immediato dei lavori. L’apertura della inchiesta e il conseguente sequestro preventivo della palestra bloccò di fatto il progetto che, nonostante l’area e lo stabile siano stati dissequestrati da tempo, non è mai stato realizzato.(d.s.)

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