La Nuova Sardegna

Sassari

Tagli regionali, Provincia a rischio default

di Andrea Massidda
Tagli regionali, Provincia a rischio default

Appello generale al governatore Pigliaru: «Senza le risorse del Fondo unico è in forse persino la riapertura delle scuole»

24 giugno 2014
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SASSARI. Se la Regione non provvederà in tempi strettissimi al ripristino dei 56 milioni di euro sottratti dalla Finanziaria 2014 al Fondo unico per gli enti locali, la Provincia e molti Comuni del territorio rischiano nella migliore delle ipotesi di cancellare servizi fondamentali per i cittadini. E nella peggiore un crac finanziario, con conseguenze nefaste che si riverserebbero a cascata sull’intera comunità. Tanto per citare qualche esempio da fare accapponare la pelle, l’ente presieduto da Alessandra Giudici potrebbe letteralmente fallire e quindi non garantire nemmeno - come sinora ha fatto attraverso la società in house “Multiss” - l’apertura delle scuole a settembre. Per non parlare dei posti di lavoro che andrebbero perduti. Una situazione inquietante che ieri mattina ha portato molti sindaci del Nord Ovest della Sardegna, ma anche parlamentari, consiglieri regionali e sindacalisti a lanciare il proprio grido di dolore nel corso di una lunga assemblea tenutasi nella sala congressi dell’ex convento carmelitano di viale Umberto. Tra gli interventi, quello della deputata del Pd Giovanna Sanna (anche sindaco di Florinas), quello del presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau, quello dei primi cittadini di Sassari e Alghero Nicola Sanna e Mario Bruno, e quello di Sebastiano Crosa, della Cgil. Alla fine tutti d’accordo: non c’è tempo da perdere e per questa lotta serve un fronte compatto.

Allarme rosso. A spiegare senza tanti giri di parole quanto la sua situazione sia preoccupante è Paolo Bussu, presidente della commissione Finanze del consiglio provinciale. «Con un colpo di magia - dice - dalla legge Finanziaria approvata nel gennaio scorso sono stati fatti sparire 56 milioni di euro dal fondo unico e adesso è necessario far sì che l’attuale giunta regionale possa rimediare a quel danno compiuto dall’esecutivo guidato da Ugo Cappellacci a pochi giorni dalla fine del mandato». Nel dettaglio, soltanto la Provincia di Sassari lamenta un buco di quasi 5 milioni di euro, senza i quali non sarà possibile chiudere il bilancio di previsione, a meno di effettuare una serie di tagli per i quali pagherebbero le conseguenze i cittadini».

Servizi a rischio. Per l’ente intermedio il default è davvero dietro l’angolo. E se dovesse arrivare, oltre alla riapertura della scuole sarebbero in forse anche i servizi di trasporto e l’assistenza per gli studenti, le pulizie e la manutenzione ordinaria, la pulizia dell’alveo dei fiumi e, di conseguenza, tanti posti di lavoro. «La situazione interessa e coinvolge tutto il territorio e tutta la Sardegna - ricordano alcuni consiglieri regionali -, perciò siamo pronti ad attivare ogni mezzo necessario per fare in modo che le Province, finché vivranno, possano lavorare regolarmente, disponendo delle risorse umane e finanziarie che spettano a ogni ente locale».

Problema sottovalutato. Il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau non nasconde la sua preoccupazione e dice chiaramente che per la giunta di Francesco Pigliaru il ripristino di queste risorse deve essere la prima emergenza. «Si sta sottovalutando il problema - commenta-, ormai trattato con estrema sciatteria. Sino a quando le Province non saranno abolite, e le loro funzioni sostituite da altri enti, bisogna metterle in grado di proseguire il lavoro. Il fatto è che chi dice queste cose rischia quasi di passare per uno che fa battaglie di retroguardia».

Il terrore dei sindaci. Per il sindaco di Sassari Nicola Sanna occorre una risposta immediata da parte della Regione affinchè le risorse del fondo unico siano ripristinate integralmente. «Alla nostra amministrazione - spiega - manca un milione di euro, denaro necessario per attivare servizi importanti. Ora è questa la priorità, poi discuteremo sul futuro degli enti e su chi dovrà garantire determinati servizi». Dello stesso avviso anche il primo cittadino algherese Mario Bruno, che ricorda come, stando così le cose, «ci sia davvero poco da dire e molto da fare».

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