Demansionata e punita, fa causa e vince
La corte d’appello annulla la sanzione disciplinare nei confronti di un’impiegata del carcere di Alghero
SASSARI. Riteneva che quelle mansioni non fossero più di sua competenza, dal momento che era salita di livello, e per questo si rifiutava di eseguirle. All’amministrazione penitenziaria della casa circondariale di Alghero la cosa evidentemente non andava giù e l’ha sottoposta a procedimento disciplinare e sanzionata. Ma con sentenza emessa lo scorso 14 maggio la sezione lavoro della corte d’appello di Sassari ha riconosciuto legittime le richieste dell’impiegata e ha annullato la sanzione disciplinare.
La donna si era rivolta alla Cisal Fpc che attraverso l’avvocato Pier Battista Mura ha presentato ricorso all’autorità giudiziaria. «In secondo grado i giudici hanno riconosciuto l’effettivo demansionamento della lavoratrice – spiega il referente territoriale della Cisal Fpc, Salvatore Sanna – La nostra associata si era opposta allo svolgimento di compiti che appartenevano alla figura professionale inferiore e ha subìto conseguenze sul piano professionale e personale. La direzione dell’istituto di pena, nonostante le diverse note con le quali avevamo segnalato l’abuso, l’ha sanzionata, con le conseguenze che si possono immaginare sia in campo economico che di carriera per due anni». I giudici Giommaria Cuccuru (presidente), Maria Teresa Spanu e Marcello Giacalone (consiglieri), ritenendo che le incombenze affidate all’impiegata (nella fattispecie il ritiro e la consegna della corrispondenza) non facessero parte delle mansioni cui era tenuta in base al proprio inquadramento e che per questo il suo rifiuto era giustificato, hanno accolto l’appello e annullato la sanzione disciplinare. Soddisfatto il sindacato: «Si tratta – spiega Sanna – di uno dei primi casi a Sassari in cui viene riconosciuto da un ufficio giudiziario il demansionamento di un lavoratore della pubblica amministrazione».