La Nuova Sardegna

Sassari

STRATEGIE

Salvare il fiume per rilanciare archeologia e turismo

SASSARI. Da Roma rimbalza una buona notizia anche per la valorizzazione del fiume Mannu, il corso d’acqua che parte dal Meilogu e scivola fino al mare di Porto Torres attraversando un monumento...

03 giugno 2014
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SASSARI. Da Roma rimbalza una buona notizia anche per la valorizzazione del fiume Mannu, il corso d’acqua che parte dal Meilogu e scivola fino al mare di Porto Torres attraversando un monumento straordinario come il ponte romano. É stato, infatti, licenziato definitivamente il progetto di massima del Pit fluviale. «Questo significa – ha spiegato l’assessore comunale all’Ambiente Gavino Gaspa – che possiamo redigere il progetto finale e andare in appalto senza ulteriori passaggi al ministero dell’Ambiente. Si tratta di un momento fondamentale, perché dimostra che siamo riusciti a imprimere un cambio di passo a tutta la partita delle bonifiche».

Quello della riqualificazione del fiume Mannu è un progetto ambizioso, che va ben al di là dei confini di Porto Torres. Si inserisce, infatti, in un contesto che confina con una delle aree archeologiche più ricche e importanti a livello nazionale (e lo testimoniano le ultime scoperte, con mosaici e affreschi che hanno portato gli esperti a fare paragoni con la realtà di Pompei).

La direzione generale del ministero dell’Ambiente aveva autorizzato il Comune di Porto Torres (a febbraio) a mettere in sicurezza e a ripristinare l’alveo del corso d’acqua con i fondi stanziati per il Pit fluviale. Per il progetto - condiviso da tutti gli enti - sono disponibili attualmente 6,7 milioni di euro, e l’intervento consentirà, tra le altre cose, di eliminare il rischio idrogeologico nell’area del fiume.

Opere idrauliche e di protezione delle infrastrutture esistenti per un tratto di circa 800 metri dalla foce: questo l’intervento pianificato. Poi, protezione delle sponde, pulizia dell’alveo e adeguamento del corso d’acqua alla massima portata compatibile. In ballo c’è anche il “salvataggio” del ponte romano, le cui arcate sono messe a dura prova dalla situazione di pressione errata delle acque.

«Il Pit fluviale – ha concluso l’assessore Gaspa – è uno dei progetti strategici per costruire nuove prospettive in chiave turistico-ambientale per la città, con benefici inevitabili anche per il resto del territorio. Le bonifiche rappresentano una partita che deve giocare l’intera area del Sassarese con il supporto determinante della Regione sarda, un passaggio obbligato per favorire una nuova pianificazione del territorio». In questa filosofia si inserisce anche la posizione ferma - ribadita al Ministero e sostenuta da una delibera del consiglio comunale con l’ordine del giorno del Partito democratico - che dice no al consumo del territorio e, quindi, chiude la strada alla creazione di nuove discariche di qualsiasi categoria in un’area che ha già dato tanto. (g.b.)

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