La Nuova Sardegna

Sassari

Fraigas, strada colabrodo I residenti: «Asfaltatela»

di Barbara Mastino
Fraigas, strada colabrodo I residenti: «Asfaltatela»

L’area naturalistica è stata ripulita di recente ma restano problemi per la viabilità La via che collega il rione al ponte romano è disseminata di pozzanghere e buche

30 maggio 2014
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OZIERI. È ancora allarme sullo stato di grave incuria in cui versa l’area naturalistica di Pont’Ezzu, in territorio di Fraigas. La zona è stata recentemente ripulita a dovere in occasione dell’evento Monumenti Aperti ed è stata liberata dalle erbacce e dalla spazzatura accumulata in anni e anni, caratterizzati da innumerevoli proteste dei residenti e operatori della zona. Ora si teme che passino altri anni prima che si abbiano altri interventi e quindi si chiede al Comune di programmare una manutenzione costante e che riguardi anche le aree circostanti. «Oggi - dice una dei residenti, Maria Vittoria Dettoto - il sito di Pont’Ezzu appare ripulito da erbacce e spazzatura, poiché esso non poteva mostrarsi sotto una veste non consona per le foto ricordo degli eventuali turisti o per quelle della brochure promozionale di Monumenti Aperti. Peccato però che spostandoci solo pochi metri rispetto al ponte notiamo che la strada che unisce l’antica costruzione romana al quartiere di Fraigas,quella che costeggia il fiume e che, se curata, potrebbe essere crocevia di turisti i residenti per la bellezza del paesaggio, risulta ancora oggi inconclusa, piena di fossi e pozzanghere nelle quali starebbe dentro una intera vettura. Si tratta - prosegue - di circa cinquecento metri di strada che a mio parere andrebbero asfaltati per permettere non solo il transito degli individui, incentivando il percorso come ippovia, area pedonale o altro, ma anche per permettere il passaggio del Pollicino, il piccolo bus che transita nel centro di Ozieri».

La richiesta di asfaltare la strada in realtà non è nuova: i residenti di Fraigas la chiedono da anni, anche attraverso petizioni scritte avanzate all’amministrazione comunale, delle quali la stessa Maria Vittoria Dettoto si era fatta promotrice, e che erano state sottoscritte da decine di residenti. «Ogni richiesta da noi inoltrata nel corso degli anni è stata di fatto inascoltata - dice ora la promotrice - e per questo mi chiedo per quale motivo tutte le volte occorre aspettare queste pseudo vetrine culturali (il riferimento è proprio a Monumenti Aperti, ndr) per prendersi cura del nostro patrimonio naturale e paesaggistico. Perché si sprecano soldi pubblici per creare ascensori panoramici o rifare piazze con fontane con acqua a scomparsa, (scomparsa nel vero senso della parola, visto che di fatto l’acqua è quasi sempre assente), e non si tiene conto di quelle che sono le priorità per i cittadini? I diritti dei residenti in agro - conclude la richiedente - devono essere salvaguardati esattamente come quelli di tutti gli altri».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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