La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, bufera giudiziaria sui vertici dell’Azienda trasporti pubblici

di Luigi Soriga
Sassari, bufera giudiziaria sui vertici dell’Azienda trasporti pubblici

Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per Leonardo Marras e i membri del Cda dell’Atp per la gestione del parcheggio di via dei Mille. Il presidente si difende: "Scelte fatte nell'interesse dell'azienda"

13 maggio 2014
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SASSARI. L’indagine è di sei anni fa e solo il mese scorso il pubblico ministero Elisa Loris ha chiesto il rinvio a giudizio per il consiglio di amministrazione dell’Atp. Il sette luglio è fissata l’udienza preliminare e il giudice Maria Teresa Lupinu deciderà se accogliere le richieste del magistrato o archiviare il caso. Gli imputati sono il presidente dell’Azienda Trasporti Pubblici Leonardo Marras e gli altri componenti del consiglio Angelo Brozzu, Antonio Brozzu, Giovanni Cocco, Giuseppe Farris, Angelo Mura e Salvatore Ruggiu. Le accuse nei loro confronti sono due: la prima riguarda la nomina del nuovo direttore generale Roberto Pocci, ritenuta dal magistrato illegittima perché fatta per chiamata diretta e non attraverso un bando pubblico, in violazione dello statuto aziendale. L’altra questione invece si concentra sulla gestione del parcheggio di via Dei Mille. Infatti nel 2007 il presidente e il consiglio di amministrazione avevano deliberato di trasferire la gestione del parcheggio dal Consorzio Atp alla società controllata Atp servizi. Il pubblico ministero ha ravvisato una serie di irregolarità in questa procedura. Innanzitutto per un’incompatibilità di ruoli: infatti Leonardo Marras, oltre ad essere il presidente dell’Azienda Trasporti, è anche l’amministratore unico della società privata Atp servizi. «L’affidamento del parcheggio – si legge nel capo di imputazione – procura un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Atp servizi». Questo in violazione del regolamento consortile, che stabilisce che gli amministratori di società che operano per conto dell’Atp non possano far parte del consiglio direttivo della stessa Atp. In pratica il sostituto procuratore vuole far luce sui proventi del parcheggio di via dei Mille, che si aggirano intorno ai 500mila euro all’anno. Queste somme prima del 2007 venivano incamerate nel bilancio dell’Atp, mentre ora passano per il rendiconto dell’Atp servizi e poi solo in parte vengono trasferite nelle casse dell’azienda madre. Quindi Leonardo Marras e gli altri componenti del Cda dovranno fornire i fascicoli che documentano il reale utilizzo delle somme. La direzione, da parte sua, ha sempre spiegato che la creazione della costola Atp Servizi serviva per ottimizzare la gestione dei parcheggi e della rimozione dei veicoli, oltre che a facilitare la predisposizione dei bilanci societari. Il polverone giudiziario si era sollevato però nel 2008 quando l’ex direttore generale dell’Atp era stato licenziato in tronco. Dopo il provvedimento si era rivolto alla Procura denunciando una serie di illegittimità. Partendo da quelle segnalazioni il pm aveva aperto l’inchiesta, che si è conclusa un mese fa.

La replica. Il presidente dell’Azienda Trasporti Pubblici Leonardo Marras preferisce parlare dettagliatamente della vicenda giudiziaria solo dopo essere ascoltato dal magistrato. Si dice però assolutamente sereno e fiducioso nell’operato del tribunale. «Non posso entrare nel merito, ma posso affermare con assoluta certezza che riassumerei ogni decisione presa in passato. Compresa l’assunzione del nuovo direttore Roberto Pocci, professionista di cui ho stima assoluta. Questo perché ogni azione intrapresa da me e dal Consiglio di Amministrazione aveva come unico obiettivo il bene della nostra azienda. E i dati ci danno ragione. Infatti i bilanci sia dell’Atp, che della società controllata al 100 per 100 Atp Servizi, sono entrambi in attivo. E questo è il frutto di scelte strategiche condivise, rese pubbliche e quindi del tutto trasparenti, sulle quali esistono anche i pareri dei tecnici. E proprio questa documentazione verrà mostrata al giudice, qualora il processo debba andare avanti, per dimostrare la correttezza delle procedure adottate da me e dal cda in questi anni».

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