La Nuova Sardegna

Sassari

Una laurea triennale con molta teoria e ben poca pratica

di Gabriella Grimaldi
Una laurea triennale con molta teoria e ben poca pratica

Il sindacato degli ispettori sanitari critica l’Università «La Prevenzione Ambientale è insegnata in modo anomalo»

29 aprile 2014
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SASSARI. Una laurea triennale, quella in Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, che oggi potrebbe rappresentare un concreto sbocco lavorativo per i giovani ma che, secondo la denuncia della segreteria regionale dell’Unpisi (Unione nazionale personale ispettivo sanitario), è vanificata dalla totale assenza di esperienza pratica nel piano didattico. «Si tratta di un’anomalia tutta sassarese – dicono dalla segreteria regionale che sulla questione sta portando avanti una battaglia da oltre due anni – perché, così come prevede la normativa e come succede in tutte le altre università, l’insegnamento relativo alle Tecniche di prevenzione viene tenuto da tecnici della prevenzione regolarmente iscritti all’associazione riconosciuta dal ministero. Ai quali è anche affidata tutta la parte didattica legata ai tirocini. La laurea triennale dell’ateneo turritano invece è gestita in maniera del tutto diversa e i docenti sono scelti tutti all’interno dell’università». Secondo l’Unpisi in questo modo agli studenti vengono a mancare tutta una serie di nozioni pratiche che soltanto chi lavora sul campo può insegnare. Un tecnico della prevenzione dovrebbe infatti spiegare come si effettua un sopralluogo in un cantiere (sicurezza sul lavoro) o in un supermercato o in un’azienda produttrice (igiene degli alimenti) mentre i tirocini dovrebbero essere finalizzati proprio a far sperimentare agli studenti le tecniche nei luoghi dove un domani di svolgerà la loro professione sia come dipendenti di una Asl che da liberi professionisti. «Succede invece che, nonostante tutte le nostre sollecitazioni al ministero, all’assessorato regionale alla Sanità e all’università nella persona del rettore – continuano i rappresentanti dell’associazione – nulla sia cambiato. Il risultato è che i ragazzi, dopo aver conseguito la laurea a costo di grossi sacrifici, si ritrovano a sostenere l’esame di Stato abilitante e i concorsi pubblici a livello nazionale, impreparati su molti aspetti della professione e vengono regolarmente superati dai colleghi provenienti dalle altre università. Perché sia chiaro che soltanto a Sassari si è venuta a creare una situazione del genere».

Nelle comunicazioni inviate dall’associazione al ministero e all’università di Sassari si rileva che «la figura del direttore delle Attività formative e di tirocinio nella laurea triennale di Tecniche dalla prevenzione è stata affidata a un perito industriale in palese contrasto con quanto stabilito dal decreto ministeriale 270/04 e da altre direttive del ministero che stabiliscono come l’incarico debba essere affidato a un laureato magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie della Prevenzione». Inoltre «gli studenti svolgono i tirocini formativi affiancati da figure professionali diverse da quella del Tecnico della Prevenzione con conseguenti carenze sotto il profilo della preparazione». Dopo le varie segnalazioni agli organi competenti e dopo non aver ricevuto alcuna risposta l’associazione regionale dei tecnici della prevenzione ha voluto dimostrare il proprio dissenso impedendo ai propri associati di far parte delle commissioni di laurea e per l’esame di Stato. Il ministero ha dovuto ovviare nominando tecnici dell’associazione del Piemonte perché la presenza dei Tecnici è una condizione essenziale per permettere ai giovani di laurearsi. Una guerra, insomma, che secondo la segreteria Unpisi rischia di danneggiare ulteriormente i ragazzi, già penalizzati dal fatto di non essere competitivi sul mercato del lavoro «a causa di una gestione più unica che rara nel panorama nazionale».

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