La Nuova Sardegna

Sassari

Solidarietà di cioccolato per duecento bambini

di Daria Pinna
Solidarietà di cioccolato per duecento bambini

La onlus di Aldo Meloni ha consegnato le uova pasquali ai figli degli assistiti Festa nella “Casa” dove ogni giorno vengono distribuiti 500 pacchi viveri

18 aprile 2014
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SASSARI. «La gioia nel ricevere in mano un regalo inaspettato e la “felicità dell’ attesa” prima di ricevere quell’uovo di cioccolato, ci hanno invogliato a ripetere questa magnifica iniziativa anche quest’anno». Aldo Meloni, presidente della Casa della Fraterna Solidarietà, si emoziona quando commenta la piccola cerimonia di consegna ai bimbi poveri della città di oltre duecento uova pasquali.

Tanti bambini, accompagnati dalle mamme, nei giorni scorsi ha atteso il proprio turno davanti alle tanto amate uova di cioccolato, donate dall’associazione sassarese. I volontari hanno pensato anche ai genitori, donando loro oltre cinquanta colombe farcite alla crema. Immagini che denotano una triste realtà, poco in sintonia con i periodi di festa come questo. Eppure questa è la drammatica situazione in cui versano molte famiglie sassaresi (e non) che hanno concrete difficoltà ad acquistare perfino un uovo di Pasqua per i loro bambini. Per fortuna c’è chi, quotidianamente, pensa a chi sta peggio, a tutte le persone che hanno serie difficoltà a tirare avanti.

Venticinquemila euro di bollette pagate, 155mila buste con la spesa consegnate, 100mila abiti donati. In un anno. Sono i numeri di un welfare parallelo, laico, volontario, che a Sassari si muove sottotraccia e che quotidianamente salva la giornata a centinaia di poveri. Un welfare retto dalla Casa della fraterna solidarietà. «Sassari è una città povera, molto povera. Le persone vengono da noi anche per chiedere la carta igienica – spiega il patron della onlus, Aldo Meloni –. C’è tanta, troppa gente che ha bisogno di aiuto concreto, noi cerchiamo solo di tendere una mano a queste persone». Sul marciapiede, davanti all’ingresso della Casa della fraterna solidarietà, i poveri che molti fanno finta di non vedere, stanno in fila ore per assicurarsi una busta della spesa con dentro il pane, un pacco di pasta, un barattolo di pomodori pelati, un barattolo di fagioli, tonno in scatola e frutta fresca.

È così ogni giorno, dal lunedì al sabato: «Distribuiamo cinquecento buste al giorno, più quelle che i nostri volontari consegnano direttamente a domicilio alle tante persone indigenti che si vergognano di venire qui, di fare la fila per strada mostrando a tutti la loro povertà», continua Meloni. Buste che vengono regalate a tutti, senza chiedere la carta d’identità o la dichiarazione dei redditi. «Noi non facciamo domande. Chi viene qua lo fa perché ha bisogno, e noi gli diamo una mano». Un aiuto reale, spesso l’unico che l’ondata di nuovi poveri creata dalla crisi economica stagnante riesce ad avere. «Non voglio fare polemica – conclude Aldo Meloni –, ma spesso le persone vengono da noi dopo essersi rivolte ai Servizi sociali, e qua trovano quello che le istituzioni non sono in grado di offrire loro».

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