La Nuova Sardegna

Sassari

«Gli immobili dell’Asinara devono essere valorizzati»

di Gavino Masia
«Gli immobili dell’Asinara devono essere valorizzati»

Il presidente di Federparchi Sammuri ha incontrato i vertici dell’Ente Parco «È un patrimonio dal quale ripartire e che non può esser lasciato cadere a pezzi»

18 aprile 2014
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PORTO TORRES. «Per conoscere la situazione e le problematiche dei parchi italiani è necessario andare a conoscerli di persona, soprattutto se era da un po’ di tempo che questo non avveniva come per il Parco nazionale dell’Asinara». Si è presentato con queste parole il presidente di Federparchi nazionale Giampiero Sammuri, che presiede anche il parco dell’Arcipelago toscano, in visita ufficiale ieri mattina all’Ente Parco dell’Asinara con il direttore Pierpaolo Congiatu nelle vesti di cicerone. Sammuti conosce molto bene vizi e virtù dell’isola parco, sottolineando le sue enormi potenzialità, simili a quelle di Pianosa, nonostante criticità ancora da superare. «Una delle problematiche da risolvere – ricorda il presidente di Federparchi – riguarda l’assetto tecnico amministrativo dell’Ente Parco: ha davvero un personale esiguo in termini numerici, forse il più basso d’Italia, e pur essendo in un periodo di spending review bisogna garantire una gestione adeguata». Sulle infrastrutture presenti nell’isola, invece, Sammuti sa che all’Asinara c’è un grosso patrimonio edilizio, non in gestione al Parco, che potrebbe essere utilizzato per una migliore fruizione dell’Asinara: «In questi giorni avrò un incontro con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, con cui avevo già parlato quando aveva la delega all’Ambiente, per ragionare su quello che si può fare su questo patrimonio per non farlo cadere a pezzi». Sui rumors ciclici che parlano del ritorno del carcere all’Asinara il presidente nazionale taglia corto ricordando quello che dicono da tempo gli studi e le statistiche, ossia che il carcere su un isola è assolutamente antieconomico perché tutti i beni di consumo costano decisamente di più rispetto alla terraferma. «Le 10 strutture carcerarie che ci sono sul Parco – precisa il direttore Congiatu – hanno oltre settanta anni di vita, quindi niente a che fare con la norma di edilizia carceraria attuale, e le stesse costruzioni sono visitate da migliaia di persone e dunque anche per questo motivo non possono più essere utilizzate come carceri». Ci sono due linee di pensiero sulle strutture utilizzate in passato dal ministero di Grazia e giustizia: «Utilizzare la storia del carcere come percorso di attività turistica – dice Sammuti –, nel senso di recuperare gli immobili perché c’è una storia di detenuti famosi che hanno soggiornato sull’isola (Curcio, Riina), oppure l’utilizzo degli immobili per un turismo leggero e compatibile». Per fare investimenti sulle strutture del Parco, concordano Sammuti e Congiatu, è però necessario l’intervento dei privati perché tutto il patrimonio che si vede sull’isola dell’Asinara è di proprietà pubblica: «Se la Regione (possiede il 98 per cento degli immobili) e gli altri ministeri non si pongono nell’ottica di una valorizzazione anche con l’ausilio dell’imprenditorialità privata, questa situazione rimarrà ferma per tanti anni. Ci sono 400 edifici che devono essere messi a norma, attraverso leggi o bandi, per poterli mostrare al pubblico, e terreni agricoli per l’ agricoltura».

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