La Nuova Sardegna

Sassari

Lo scalo di Porto Torres cerca alleanze in Europa

di Gianni Bazzoni
Lo scalo di Porto Torres cerca alleanze in Europa

Dalla riforma che taglia le Authority l’opportunità per tentare una rivoluzione Possibile la ripresa dei contatti con Genova e Savona per strategie comuni

06 aprile 2014
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SASSARI. La riforma portuale potrebbe andare in porto entro la fine dell’anno e - se non ci saranno novità dell’ultima ora - il rischio è quello di perdere il nord Sardegna. Le autorità portuali, infatti, scenderanno da 23 a 14, ci saranno 8 o 9 distretti, uno solo nell’Isola, a Cagliari. Ecco perché - al di là dei numeri di questi giorni - con l’autorità portuale di Olbia-Golfo-Aranci-Porto Torres commissariata, che sbandiera numeri su navi da crociera (come se non esistesse una competizione che, invece, è inevitabile tra i due scali), nel Sassarese cresce la preoccupazione. E si torna a parlare, con rinnovata convinzione, dell’opportunità di guardare ai “corridoi logistici” per cercare fasi di crescita ancora possibili per lo scalo marittimo di Porto Torres, considerato volano di sviluppo del territorio.

Il sindacato. Arnaldo Boeddu, fresco segretario regionale del settore Trasporti della Cgil, apre una riflessione: «Qualora non fosse possibile rimettere in discussione la riduzione del numero delle autorità portuali – afferma – chi dice che Porto Torres, o anche Olbia, debbano obbligatoriamente dipendere o rapportarsi con Cagliari? Sarebbe, invece, più opportuno considerare i collegamenti e i centri plurimodali, analizzare le relazioni e i traffici delle merci e dei passeggeri. Così, penso che sarebbe interessante se Porto Torres potesse relazionarsi con l’autorità portuale di Genova e Savona. Così come Olbia potrebbe guardare ai porti della Toscana e del Lazio».

Gli addetti ai lavori. Giancarlo Acciaro è presidente regionale degli Agenti marittimi della Sardegna, ma è stato anche vice presidente nazionale della stessa associazione e parlamentare. «Sono molto preoccupato – dice – perchè in Sardegna la programmazione dei porti è bloccata. E Porto Torres paga le conseguenze più pesanti: il trasporto va creato, non bastano fondali e banchine, occorre lavorare per cercare nuove linee, a cominciare da quelle storiche e strategiche che hanno un futuro: penso alla Porto Torres-Livorno, ma anche al collegamento con Barcellona che viene proposto solo d’estate».

Problema politico. Per Acciaro non si tratta solo di un problema politico, «anche se mi chiedo chi rappresenta in questo momento le esigenze di Porto Torres nei tavoli dove realmente si prendono le decisioni? Eppure non sarebbe difficile, perché sia il Piano regionale che quello nazionale dei Trasporti lo indicano come scalo di riferimento per i porti del nord Italia (Genova e La Spezia in particolare), oltre a quelli di Francia e Spagna. Le prospettive di crescita, in queste direzioni, potrebbero essere straordinarie, invece se ne parla solo per spot, senza continuità decisionale».

Alleanze. Genova e Savona in questi giorni stanno studiando come allearsi per dare vita a uno scalo unico con 5 milioni di container e oltre 2 milioni di croceristi. Diventerebbe un super-porto in grado di competere con i colossi del nord Europa. E il confronto è in fase avanzata.

Giocare d’anticipo. Bisognerebbe giocare d’anticipo, con una strategia che guardi alle merci e ai passeggeri. Mettersi insieme è fondamentale in un momento come questo, e scegliere i partner giusti - tra quelli con interessi comuni - è la mossa decisiva. Con Genova, Porto Torres ha cominciato a dialogare seriamente dal 2011, ci sono stati incontri tra esponenti del Comune e l’autorità portuale ligure. C’erano i presupposti per sviluppare insieme progetti di sviluppo, poi l’iniziativa è stata fatta inspiegabilmente cadere.

L’Europa ci guarda. La commissione Trasporti del Parlamento europeo - nella programmazione 2014-2020 ha previsto una dotazione finanziaria di 50 miliardi di euro per le reti “Ten-T” che uniscono i principali snodi urbani d’Europa. La Sardegna fa parte delle Autostrade del mare secondo un tracciato che collega Valencia con Barcellona e Livorno e che passa per l’Isola. In questo quadro, il porto di Porto Torres può assumere - grazie alla posizione strategica al centro dei traffici tra Spagna e Italia e con la sponda sud del Mediterraneo - un ruolo di primo piano. «Ma chi è andato a discutere queste cose – sottolinea Acciaro – chi sta seguendo l’evoluzione di queste vicende che riguardano non solo il futuro dei porti ma lo sviluppo del nostro territorio e della Sardegna?».

Il ruolo della Regione. La nuova giunta regionale deve prendere in mano la programmazione dei porti e ragionare su un piano integrato logistico da sottoporre al ministero delle Infrastrutture. Porto Torres non può perdere l’ultimo treno: l’analisi dei criteri stabiliti - l’appartenenza alle reti Ten-T, il collegamento funzionale con i corridoi multimodali europei, il ruolo strategico nel sistema marittimo internazionale - ne fanno uno scalo di primo piano. Il tempo a disposizione è davvero poco.

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