La Nuova Sardegna

Sassari

la brutta sorpresa

Mazzata sui capigruppo, il Comune rivuole i gettoni

di Vincenzo Garofalo
Mazzata sui capigruppo, il Comune rivuole i gettoni

Chiesto il rimborso delle somme ricevute dal 2008 al 2011, per alcuni fino a 5mila euro. Reazioni furiose

08 marzo 2014
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SASSARI. «Invito alla restituzione delle somme percepite per la partecipazione alla conferenza dei capigruppo a partire dalla data del 1 gennaio 2008». Inizia così la lettera a firma del dirigente del Settore Affari generali, Davide Zolezzi, recapitata giovedì a tutti i consiglieri comunali che dal 2008 a tutto il 2011 hanno svolto il ruolo di capogruppo a Palazzo Ducale.

Un’intimazione che ha fatto sobbalzare sulla sedia una ventina di consiglieri in carica e di ex consiglieri, perché, a distanza di anni, il Comune chiede loro di restituire i gettoni di presenza incassati per avere partecipato alle riunioni dei capigruppo. Riunioni che, in base a una sentenza del Tribunale di Verona del 17 luglio 2013, non potevano essere retribuite. Per qualche consigliere si tratta di una vera e propria inezia da 70 euro, ma per alcuni si tratta invece di un salasso da 4 o 5 mila euro.

Certo il Comune non vuole tutto e subito, ma, come precisato nella lettera, i consiglieri hanno 90 giorni di tempo per saldare il debito. Si può scegliere di restituire i soldi in maniera comoda. Il dirigente Zolezzi spiega nella lettera che, «qualora richiesto, l’ufficio valuterà la possibilità di procedere al recupero delle somme mediante compensazione del debito con i crediti relativi alle somme mensilmente spettanti a titolo di gettoni di presenza per la partecipazione alle sedute del Consiglio e delle commissioni permanenti».

Nessuno in Consiglio ha preso bene la lettera e ieri a Palazzo Ducale il clima era molto teso. La lista dei debitori, non per loro errore, è lunga: Gavino Pinna 2000 euro, Piero Frau 2mila, Giovanni Fadda 4 mila, Giancarlo Serra 1800. «È una richiesta illegittima. Non siamo stati noi a chiedere quei gettoni di presenza, se non ci erano dovuti, l’errore è stato dei dirigenti che ce li hanno concessi. Hanno sbagliato loro, siano loro a pagare», ringhia il rifondarolo Dario Satta, al quale è stato chiesto di rifondere 4 mila 377,30 euro, «Piuttosto investo la somma per acquistare un Kalashnikov». I consiglieri sono tutti furiosi: «Se non ci erano dovuti, quei soldi possiamo anche restituirli, ma chi ha sbagliato deve pagare», tuona Antonio Cardin, «Inoltre stanno chiedendo la restituzione di somme lorde, senza considerare che noi su quei denari abbiamo pagato le tasse». Sulla stessa linea PierPaolo Panu (1400 euro), «i dirigenti devono assumersi le loro responsabilità», Gigi Pisanu (1800 euro) «Ho l'intenzione di restituire tutto al più presto, perché si tratta di denaro pubblico, ma andrò fino in fondo perché nel chiedere la restituzione non si è tenuto conto che sulle somme indebitamente erogate, non per errore dei consiglieri comunali». Contrariato anche Ottaviano Canalis (per lui un conto da 4 mila euro: «Li restituirò, ma chi ha sbagliato deve pagare, i dirigenti non possono continuare a sfuggire».

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