La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, medico si porta a casa macchinario Asl

di Nadia Cossu
Sassari, medico si porta a casa macchinario Asl

Ortopedico scoperto dai carabinieri dopo una segnalazione. Il costoso apparecchio era sparito da tempo dagli ambulatori

19 febbraio 2014
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SASSARI. L’indagine è tutt’altro che chiusa e le ipotesi di reato a carico dell’indagato devono essere ancora ben definite. Di certo c’è però che alcuni giorni fa i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Sassari hanno eseguito una perquisizione nello studio privato dell’ortopedico e medico sportivo Massimo Giuseppe Pellicano. Un’attività nata in seguito a una segnalazione che i militari avrebbero ricevuto da ambienti dell’Asl sassarese. In particolare si faceva riferimento alla misteriosa scomparsa dagli ambulatori dell’ospedale di un apparecchio molto costoso che viene utilizzato dagli specialisti del settore per la misurazione impedenziometrica.

Una volta formalizzata la denuncia sono immediatamente partite le indagini dei carabinieri del Nas che dopo alcuni accertamenti – l’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Porcheddu – hanno perquisito lo studio di Pellicano e proprio qui hanno trovato l’apparecchio scomparso dal presidio ospedaliero dell’Asl. Si tratta di una strumentazione sofisticata e per questo motivo anche molto costosa. L’impedenziometro si collega tramite elettrodi al paziente, misura la resistenza che il corpo oppone al passaggio di una corrente debolissima e ad altissima frequenza. Dal valore di quella che nel gergo medico viene chiamata “impedenza corporea”, tramite alcuni algoritmi e con l’aiuto di un computer, si risale al contenuto di acqua corporea, di massa magra, di massa grassa e al metabolismo del paziente. Gli apparecchi più moderni – e quello scomparso all’Asl potrebbe essere di questo tipo – anzichè utilizzare elettrodi, si collegano al paziente attraverso una pedana metallica (una specie di bilancia). La corrente elettrica a bassa intensità, viene trasmessa attraverso la pianta dei piedi.

Su questa indagine il riserbo è massimo, dagli uffici della Procura di Sassari non trapela nulla. L’impressione è che si tratti di un’inchiesta complessa e che soprattutto potrebbe essere solo a una fase iniziale. E per questo motivo gli inquirenti al momento non si sbilanciano. I tasselli del mosaico devono essere ricomposti e probabilmente si sta cercando di capire se quello di cui gli investigatori si stanno occupando sia un episodio circoscritto. Ecco perché è prematuro stabilire le ipotesi di reato a carico dell’indagato. Nei prossimi giorni – quando gli accertamenti saranno conclusi – il quadro potrà essere più chiaro.

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