La Nuova Sardegna

Sassari

Primario sospeso dall’Asl vince la causa civile

di Nadia Cossu

Il giudice del lavoro ha annullato la sanzione disciplinare per Stefano Masia Il dirigente dell’ospedale civile è indagato per violenza e stalking su una collega

30 gennaio 2014
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SASSARI. Da una parte l’indagine della Procura della Repubblica di Sassari dopo i racconti della presunta vittima, dall’altra la commissione disciplinare della Asl che aveva sospeso Stefano Lucio Masia, 55 anni, dall’incarico di primario di Cardiologia riabilitativa del Santissima Annunziata. Due filoni che riguardano la medesima vicenda. Uno di questi si è concluso positivamente (per l’indagato) due giorni fa quando il giudice del lavoro ha annullato quella sanzione.

La denuncia di una fisioterapista aveva spinto il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu a indagare il primario sassarese per sospetti atti di violenza sessuale e di stalking. Il gip lo scorso aprile aveva imposto a Masia il divieto di avvicinarsi alla donna che, nel frattempo, aveva anche cambiato reparto.

Il giudice del lavoro ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Vittore Davini – al quale l’indagato si era rivolto – e ha quindi annullato la sanzione decisa nei suoi confronti dalla commissione disciplinare della Azienda: una sospensione di sei mesi. Lo stesso giudice ha condannato la Asl numero 1 al pagamento degli stipendi arretrati corrispondenti al periodo in cui il primario di Cardiologia riabilitativa era rimasto fuori dal posto di lavoro.

Intanto, per quanto riguarda il filone penale, la Procura chiuderà a breve le indagini preliminari nei confronti del medico 55enne, assistito dagli avvocati Ettore Licheri e Gabriele Satta. Masia ha sempre sostenuto che l’intera vicenda fosse frutto di un grande fraintendimento, così aveva anche spiegato davanti alla commissione disciplinare della Asl che però lo aveva poi “punito” con la sospensione dal lavoro.

Per il magistrato, Masia avrebbe «molestato» la fisioterapista facendo anche «uso di un linguaggio scurrile e ponendo in essere attacchi alla dignità e al decoro della dipendente». A un certo punto la donna, tutelata dall’avvocato Nicola Satta, dopo aver chiesto aiuto alla Asl aveva deciso di andare in questura. Erano quindi scattate le indagini e la segnalazione alla Procura della Repubblica.

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