La Nuova Sardegna

Sassari

l’analisi

Un territorio spaccato in due

di Mauro Tedde
Un territorio spaccato in due

In Anglona è sempre più netta la differenza tra interno e costa

18 gennaio 2014
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NULVI. Prima o poi doveva accadere. Si è sempre saputo che l’Anglona non era più la stessa o meglio che non era una sola ma che ormai ne esistevano due, l’Anglona costiera e l’Anglona interna. I recenti orientamenti dei legislatori, che stanno portando fra le altre cose anche all’abolizione delle Provincie e quindi alla creazione di nuove entità sovracomunali come le Unioni dei Comuni hanno contribuito da accelerare il processo di separazione della regione dell’Anglona così come veniva storicamente identificata. L’uscita di Valledoria e Viddalba dall’Unione di Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas è già un segnale concreto di quanto sta lentamente delineandosi.

Viene da chiedersi allora perché staccarsi dall’Unione dei Comuni che si è contribuito a creare quando ormai dappertutto c’è la corsa ad aggregarsi e ad unire le forze residue per cercare di contenere le spese dei servizi? Perché andare in controtendenza ora che i piccoli comuni rischiano avvero accorpamento e quindi la scomparsa definitiva?

La risposta più logica è la seguente: per crearne una nuova. Si, perché Valledoria, che già ha sperimentato l’utilità della condivisione di alcuni servizi, come ad esempio l’accorpamento del servizi di polizia municipale con i comuni limitrofi, ha intuito che potrebbe a questo punto pensare di plasmare una nuova Unione di Comuni dove Valledoria potrebbe ricoprire un importante ruolo di centralità. Anche Viddalba probabilmente ha pensato a questa possibilità e magari a creare una Unione più piccola ma più snella. Resta ancora aggrappato all’Unione dell’Anglona il comune di Santa Maria Coghinas ma è immaginabile che prima o poi possa cedere alla tentazione, peraltro legittima dei suoi comuni viciniori.

Se così fosse l’Unione anglonese sarà costretta a cambiare nome e chiamarsi semplicemente “Unione dei Comuni dell’Anglona”. Che resterà composta dai comuni di Perfugas, dove attualmente ha sede, di Erula, Laerru, Chiaramonti, Nulvi, Martis, Tergu, Bulzi e Sedini.

Sempre che Sedini, che ora con la nuova strada per La Muddizza guarda sempre di più verso il mare, non scelga di andare ad accorparsi con la nuova Unione della Bassa Valle del Coghinas, se e quando dovesse nascere.

Fra l’altro il Comune di Sedini ha già optato per accorpamento con Valledoria e gli altri centri costieri del servizi di Polizia municipale.

Ma importante sarà anche quello che sceglierà di fare Castelsardo, che negli ultimi mesi prima del commissariamento stava dialogando sulla possibilità o meno di entrare a far parte dell’Unione dei Comuni e che da lì dovrebbe ripartire. Ma, a questo punto, di quale Unione? La scelta sembrerebbe scontata visto che con Valledoria e con gli altri centri costieri la città dei Doria parla lo stesso linguaggio. Ma la soluzione non è invece così scontata. Insomma l’Anglona interna sembra destinata a rimanere sempre più isolata e sempre più racchiusa all’interno delle coraggiose mura dei suoi antichi centri storici, sempre più deboli e condannati ad un non più arginabile spopolamento demografico. Se l’Anglona costiera se ne va per la sua strada cosa resterà dell’Anglona?

Cosa resterà degli intriganti progetti di integrazione costa-interno tanto sbandierati sino a qualche anno fa e di cui invece non si parla più e che venivano considerati un po’ da tutti l’unica ancora di salvezza per questo territorio?

Domande importanti per il futuro di molti territori, a cui solo il tempo saprà fornire esaurienti risposte.

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