La Nuova Sardegna

Sassari

La tragedia cilena: parole e suoni di chi l’ha vissuta

di Mario Bonu
La tragedia cilena: parole e suoni di chi l’ha vissuta

Aldo Brigaglia racconta gli anni della dittatura di Pinochet I Taifa Pequeno ripropongono il repertorio degli Inti Illimani

07 gennaio 2014
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OSILO. Per chi ha vissuto gli anni della tragedia cilena, la presentazione del progetto “Intillimanìa” di Aldo Brigaglia e dei “Taifa pequeno” – nel quarantennale di quella terribile esperienza - è stato un ritorno emotivo forte ad un passaggio storico che ha segnato in profondità le esistenze e le coscienze di molti. Allora, per l’Italia, l’esperimento di socialismo democratico di Salvador Allende, rappresentava un modello, una speranza di giustizia sociale e di cambiamento vero, senza gli spargimenti di sangue che storicamente si accompagnano ai mutamenti radicali.

Invece, lo spargimento di sangue ci fu, eccome, ma non per la rivoluzione democratica, bensì per la feroce restaurazione reazionaria del generale Pinochet.

Per 16 lunghi anni, dopo l’11 settembre 1973, la dittatura militare tenne sotto il suo tallone il Cile, e per sedici anni il resto del mondo visse la propria disillusione per un sogno infranto, oltre che il sentimento di colpevole impotenza di fronte a quella tragedia.

Aldo Brigaglia e i Taifa, con parole e musica hanno raccontato quella storia, fatta di drammi, di torture, di sofferenze inaudite. Hanno detto di Pablo Neruda, di Victor Jara, torturato e ucciso dai militari golpisti, e poi degli Inti Illimani, cui per puro caso fu risparmiata la stessa sorte, in quanto in quei giorni in tournée in Italia.

Salvador Allende – ha ricordato Aldo Brigaglia - venne eletto primo presidente socialista del Cile nel 1970.

Il suo programma politico, pur fermamente incardinato nei principi democratici, conteneva molti aspetti che, per il contesto di quei tempi, potevano essere definiti “rivoluzionari”: fu avviato un programma di nazionalizzazione delle principali industrie private, fra cui le miniere di rame, le banche, le compagnie di assicurazione, la produzione e la distribuzione di energia elettrica, i trasporti ferroviari, aerei e marittimi, le comunicazioni, la siderurgia, l’industria del cemento, della cellulosa e della carta, venne avviata la riforma agraria.

Vennero garantiti un litro di latte ad ogni bambino, incentivi all’alfabetizzazione, l’aumento dei salari, alcune tutele sociali, il prezzo fisso del pane, la riduzione degli affitti, la distribuzione gratuita di cibo agli indigenti e l’aumento delle pensioni minime, l’estensione delle cure mediche.

Ed ancora, un intenso programma di lavori pubblici, misure in agricoltura per favorire contadini e braccianti.

Vi fu l'introduzione del divorzio, la concessione del voto ai giovani di 18 anni e agli analfabeti, mentre per migliorare le condizioni sociali ed economiche delle donne, venne fondata nel 1971 la Segreteria delle donne che si occupò di assistenza prenatale, servizi di lavanderia, programmi alimentari pubblici, centri diurni, e cura della salute delle donne. In politica estera – ha ricordato Aldo Brigaglia - il governo Allende si avvicinò alla Cuba di Fidel Castro e all’Argentina del peronista di sinistra Héctor José Cámpora, ma fu oggetto dell’aperta ostilità degli Stati Uniti, che sostennero tutte le iniziative di boicottaggio contro le sue politiche, ed ebbero, secondo molte autorevoli fonti, un ruolo attivo nel golpe di Pinochet.

L’11 settembre del 1973 segna la fine dell’esperimento di socialismo democratico della Unidad Popular di Salvador Allende. L’esercito attacca il palazzo presidenziale della “Moneda” da terra e dal cielo, uccide il presidente Allende ed instaura la dittatura militare. Da subito si scatenò la caccia agli oppositori, veri o presunti.

Lo Stadio nazionale di Santiago del Cile venne trasformato in un enorme campo di concentramento.

Al suo interno, in quei mesi, vennero praticate le torture più atroci su uomini e donne.

Si ritiene che circa 130mila persone furono arrestate nei tre anni seguenti il golpe, mentre il numero degli "scomparsi" i “desaparecidos”, raggiunse le migliaia nel giro di pochi mesi.

Poi, nel 1989, finalmente la caduta di Pinochet, e il difficile avvio del nuovo cammino verso la democrazia.

Tutto questo è raccontato nel libro “Intillimania”, di Aldo Brigaglia, responsabile in quegli anni del comitato di solidarietà Italia-Cile.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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