La Nuova Sardegna

Sassari

Furti di rame sulla "131", spenti i lampioni stradali

Furti di rame sulla "131", spenti i lampioni stradali

La Provincia spenderà 36mila euro. Al buio i tratti della ex Carlo Felice fra Sassari e Li Punti, e fra Li Punti e Ottava

05 gennaio 2014
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SASSARI. La strada a quattro corsie che collega Sassari con Porto Torres, la vecchia “Carlo Felice” o «131» da tempo è diventata strada provinciale, una strada ad alta densità di traffico tanto che negli anni scorsi si è reso necessario dotare la quattro corsie di un impianto di illuminazione pubblica che serve non solo le borgate di Li Punti e Ottava, ma anche gran parte del tragitto extraurbano.

Periodicamente, però, l’impianto di illuminazione va in tilte non solo per motivi tecnici. Da qualche anno, infatti, la causa principale del disservizio sono i continui furti dei cavi di rame che alimentare la rete. Furti che si ripetono in continuazione e che non solo creano problemi alle casse delle amministrazioni pubbliche, ma rendono ancora più pericolosi quei dieci chilometri che separano Sassari dalla borgata di Ottava.

La manutenzione della rete di illuminazione pubblica (nei tratti extraurbani) è di competenza dell’amministrazione provinciale e per ripristinare una minima sicurezza sulla ex «131», il settore Viabilità della Provincia di Sassari è stata costretta a metter mano ai cordoni della borsa che, in questo momento, non vive certo un periodo florido. E così la Provincia ha dovuto stanziare oltre trentaseimila euro per consentire alla Cofely Italia, l’azienda che ha già eseguito gli ultimi interventi di manutenzione sulla ex «131», di far ripartire l’illuminazione lungo le strade di collegamento fra Sassari e Li Punti e fra Li Punti e Ottava. Un intervento necessario, visti i numerosi incidenti che sono accaduti lungo la «131» e che spesso avevano coinvolto i pedoni.

Purtroppo non sarà un intervento risolutivo. Il furto dei cavi di rame, soprattutto negli ultimi anni, è diventato uno dei più frequenti e più redditizi se si considerano le limitate possibilità di esser colti sul fatto. E la conferma, più o meno indiretta, arriva dai continui disservizi che si registrano nel settore delle telecomunicazioni e nei trasporti. Raid notturni che fanno sparire centinaia di metri di linee elettriche o telefoniche, o le linee che alimentano i sottoservizi delle tratte ferroviarie.

Fino a qualche tempo fa erano solo i nomadi a rubare i cavi di rame, ma poi anche i malandrini locali hanno capito che era più semplice (anche se un po’ più faticoso) trafugare qualche tratto di linea telefonica che infilarsi nelle case e nei negozi.

Furti il cui costo finisce di scaricarsi sulle spalle del cittadino-contribuente, come è accaduto anche in questa circostanza. Se poi si considera che per ripristinare l’illuminazione pubblica, la Provincia ha dovuto trascurare un’altra strada, allora il danno non è solo economico. (p.s.)

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