Lavoro, una giornata di sciopero nei cantieri edili della Sardegna
Protesta per il rinnovo del contratto nazionale e degli integrativi, gli addetti sono 25mila
SASSARI. Anche in Sardegna, domani, si fermano i lavoratori dei cantieri edili per partecipare allo sciopero di otto ore indetto dalle categorie nazionali per il mancato rinnovo del contratto collettivo. Sono 25mila i lavoratori del settore che, nell'Isola, hanno una ragione in più per protestare: l'indisponibilità delle associazioni datoriali (Ance, Aniem e Confapi) a rinnovare gli integrativi provinciali e regionali scaduti ormai da quasi tre anni.
«È inaccettabile l'atteggiamento delle controparti che, con l'alibi della crisi, continuano a rinviare le trattative», hanno detto i segretari regionali Enrico Cordeddu, Fillea Cgil, Renzo Corveddu, Filca Cisl, e Marco Foddai, Feneal Uil. I sindacati sottolineano le potenzialità di un settore che potrebbe creare lavoro e sviluppo promuovendo un diverso uso del territorio, rispettoso del paesaggio e incentrato sul recupero del patrimonio esistente e sugli investimenti nelle infrastrutture.
Fillea, Filca e Feneal chiedono un Piano straordinario per il recupero dei centri storici, del patrimonio immobiliare delle grandi aree urbane, investimenti nell'edilizia scolastica e popolare. Al centro delle rivendicazioni c'è la questione del risparmio energetico, criterio che dovrebbe guidare tutti gli interventi di recupero dell'esistente. Nella piattaforma unitaria stilata dalle categorie regionali c'è anche la richiesta di una rivisitazione del Patto di stabilità, soprattutto per i Comuni virtuosi, per «mettere in moto tante piccole opere utili a dare risposte occupazionali».