La Nuova Sardegna

Sassari

Centrale di Fiume Santo, il vento fa scontrare due gru

di Gianni Bazzoni
Centrale di Fiume Santo, il vento fa scontrare due gru

Gli scaricatori del carbone sono stati messi in movimento dal maestrale e hanno preso velocità, potevano finire in mare. Nessuno è rimasto ferito

12 novembre 2013
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SASSARI. Autoscontro tra le gru utilizzate per la movimentazione del carbone, nella banchina al servizio della centrale E.On di Fiume Santo. Il forte vento domenica notte ha messo in movimento lo «scaricatore 1» che ha preso velocità ed è andato a finire sull’altro, insieme hanno proseguito la corsa sui binari e non sono precipitati in mare solo perchè hanno perso le ruote. Per fortuna nessuno dei lavoratori è rimasto coinvolto e non ci sono feriti. Per mettere in sicurezza le strutture sono intervenuti i vigili del fuoco.

L’incidente rischia di creare seri problemi per i rifornimenti di combustibile alla centrale E.On di Fiume Santo: secondo una prima valutazione dei tecnici, le due gru dovrebbero restare ferme per almeno due mesi. Una situazione che aggiunge ulteriori criticità a quelle esistenti nel polo energetico del nord Sardegna, dove la situazione è già particolarmente critica sotto il profilo della sicurezza e dell’inquinamento dopo gli accertamenti effettuati dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico che hanno portato la procura della Repubblica ad aprire una inchiesta. Lo stop alle gru, non consentirà di rifornire regolarmente il carbonile di Fiume Santo dove - secondo le recenti stime - ci sarebbero scorte di carbone ancora per una decina di giorni. A questo punto, la multinazionale tedesca dovrà procedere con una soluzione alternativa, l’olio combustibile. Non risultano, però, disponibilità tali per coprire tutto il periodo di fermata delle gru e quindi sarà necessario fare arrivare a Fiume Santo nuovi carichi. Una operazione per niente automatica e non attuabile in tempi brevi, tanto che ieri è stato ipotizzato anche il rischio di non essere in grado di fornire l’energia per la rete.

Il primo problema è quello degli scaricatori del carbone. La riparazione è una questione complessa, perchè una volta ultimati i lavori sarà necessario procedere con i collaudi e quindi la stima dei due mesi di fermata potrebbe essere anche sotto stimata.

L’altro aspetto è legato proprio al solo utilizzo di olio combustibile, sia per i vecchi gruppi 1 e 2 che per i 3 e 4. I carabinieri del Noe da poco hanno rilevato una serie di criticità che riguardano anche gli scarichi a mare delle acque industriali.

L’impianto di Fiume Santo è sotto pressione e non risultano - al momento - strategie da parte della multinazionale tedesca per risolvere le criticità in tempi brevi. Tanto che l’inchiesta della procura della Repubblica potrebbe svilupparsi anche in altre direzioni.

Sull’incidente delle gru della banchina carbone, tra l’altro, sono in corso indagini da parte della Capitaneria di porto di Porto Torres, competente in ambito portuale e su strutture che sorgono in aree demaniali. E.On ha la concessione della banchina dove si è verificato lo scontro e dove - come è facile prevedere - devono essere garantite sempre tutte le norme di sicurezza, a maggior ragione in presenza di eventi eccezionali a causa del maltempo.

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