La Nuova Sardegna

Sassari

Il Candeliere speciale va a padre Morittu

di Luigi Soriga
Il Candeliere speciale va a padre Morittu

Il premio per il suo impegno per il recupero dei tossicodipendenti

14 agosto 2013
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SASSARI. Dice il sindaco Ganau: «Mai come quest’anno è stato semplice attribuire il Candeliere d’Oro Speciale». Quando i sandali di padre Salvatore Morittu salgono sul palco di piazza del Comune, l’applauso è affettuoso: «Nonostante la mia abituale faccia di bronzo – dice il frate francescano – oggi sono davvero emozionato». Ma non è tanto la motivazione ufficiale a spiegare perché questo premio sia proprio meritato: «Per una vita spesa a promuovere la dignità e la libertà dei più deboli con professionalità e modestia, mettendo sempre al centro l’uomo amato, difeso, e accompagnato verso una nuova vita». Che padre Morittu in questi anni abbia lasciato il segno lo dimostra un’altra cosa. Tra le centinaia di persone assiepate davanti al palco, ce n’è una particolarmente rumorosa ed esuberante. Non appena prende il microfono il sindaco, lui lo accoglie così, a tutto volume: «Vai Gianfrà! Sei il migliore». E quando il presentatore, il giornalista di Videolina Puggioni, inizia a parlare, sempre lui lo incita così: «Vai Gibbì, sei il più grande». Ma quando la giuria chiama sul palco padre Morittu, quell’uomo grande e grosso si scioglie in un pianto ininterrotto, gli occhi letteralmente allagati, applaude e si asciuga le lacrime, sorride e si commuove, come fanno certi bambini presi da un cortocircuito di emozioni. Ha tutta l’aria di aver condiviso con padre Morittu una bella fetta della propria vita, tra la comunità di S’Aspru o di Mondo X. «Meriti molto di più di quel candeliere – gli urla – lo so bene io».

Candeliere d’oro. Quando Giovanna Farina mise piede per la prima volta in Australia, era il 1958. Aveva 27 anni, e per una ragazza nata e vissuta nelle campagne di Mastru Santu, periferia di La Landrigga, catapultarsi dall’altra del mondo era un grande slancio di aspettative. «Tutto mi sarei aspettato – dice – tranne di arrivare in un posto più sperduto e arretrato di Sassari. A Melbourne a quei tempi non c’era nulla, poca gente: se non ci fosse stato mio marito, lì ad aspettarmi, io sarei tornata a Sassari dopo cinque minuti». Ora ha 83 anni, a Melbourne sono germogliati i grattacieli, a lei sono sputanti i capelli bianchissimi, ma gli occhi azzurri sono rimasti quelli della giovinezza. E quando le consegnano tra le mani il candeliere, lei lo stringe e non ce la fa rimanere a ciglio asciutto.

Candeliere d’argento. Giuliano Canu, si vede subito, ha dimestichezza col microfono e parlare in pubblico non lo spaventa affatto. Nella sua Vinovo, «cittadina del Torinese sconosciuta se non fosse perché la Juventus ci va in ritiro e si allena», lui ha fatto anche l’assessore comunale. Manca da Sassari dal 1957, quando salutò la sua casa di Taniga, indossò la divisa da carabiniere e si trasferì a Torino. Poi si sposò, smise la divisa dell’Arma e indossò quella dell’impiegato di banca. Si stabilì a Vinovo, ma le sue radici sono ben salde a migliaia di chilometri di distanza: «Non c’è anno che io non ritorni a Sassari – dice – a parte i legami familiari, non posso far a meno di venire nella mia città, perché ci sono cose che ti restano dentro dall’infanzia e Sassari per me resta e resterà sempre un posto speciale».

L’anniversario. Il Candeliere d’Oro ieri ha festeggiato le sue 50 candeline. L’idea nacque infatti nel 1963 da una chiacchierata tra l’allora capo cronista della Nuova sardegna, Roberto Stefanelli, e il presidente della Pro Loco (poi futuro sindaco di Sassari), Raimondo Rizzu. Veniva definito “Il premio della nostalgia”, e simbolicamente rappresentava un cordone ombelicale sospeso tra il passato e il futuro. Gli organizzatori del premio come atto di riconoscenza verso il quotidiano di Sassari, hanno voluto donare una targa al direttore della Nuova Sardegna Andrea Filippi: «Lo spirito del nostro giornale è rimasto inalterato – ha detto Filippi – una filosofia di innovazione con le radici ben piantate nella terra d’origine».

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