La Nuova Sardegna

Sassari

Segnali misteriosi intercettati nel cosmo

Segnali misteriosi intercettati nel cosmo

Lampi radio scoperti dagli astrofisici. Nel team anche i ricercatori del Sardinia Telescope di San Basilio

05 luglio 2013
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CAGLIARI. Enigmatici lampi-radio, provenienti da lontanissime distanze cosmiche, fino a 8 miliardi di anni luce, emessi quando l’Universo aveva un’età che era circa la metà di quella attuale, sono stati osservati da un team internazionale di cui fanno parte quattro ricercatori dell’Inaf-Osservatorio Astronomico di Cagliari e dell’Università di Cagliari.

Da dove provengono questi segnali? Chi li ha prodotti? Risposte certe potranno arrivare solo dalle future indagini in programma, anche grazie a nuovi strumenti per la radioastronomia come il Sardinia Radio Telescope, recentemente entrato in funzione. L’annuncio della osservazione, ottenuta con il radiotelescopio australiano di Parkes del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (Csiro) è pubblicato nell’ultimo numero dalla rivista Science.

Il lavoro è destinato a innescare fra gli astrofisici una grande «caccia al colpevole» che può aver prodotto questi enigmatici segnali, sulla falsariga di quella che si sviluppò attorno ai cosiddetti lampi-gamma negli ultimi 30 anni del secolo scorso. Anche se gli autori della ricerca, guidata da Dan Thornton dell’Università di Manchester, avanzano l’ipotesi del coinvolgimento di oggetti celesti estremi, come stelle di neutroni o buchi neri, la natura ultima delle sorgenti che hanno prodotto questi lampi-radio è infatti al momento sostanzialmente sconosciuta. I ricercatori intendono utilizzare questi segnali come sonde naturali per indagare direttamente cosa c’è lungo lo sterminato percorso che i lampi-radio effettuano prima di arrivare fino a noi: certamente materia ordinaria, ovvero gas e polveri, ma forse anche tracce della presenza di materia oscura. Ad aggiungere ulteriore interesse sull’individuazione dell’origine di questi remoti lampi-radio c’è il loro numero, che deve essere elevatissimo. «Dal fatto che abbiamo registrato 4 eventi stimiamo che devono verificarsi circa 10.000 lampi-radio al giorno in tutto il cielo, come dire un lampo-radio ogni 10 secondi» sottolinea Andrea Possenti, direttore dell’Osservatorio Astronomico Inaf di Cagliari, che ha partecipato alla ricerca. «Questa frequenza è oltre 1.000 volte più grande di quella tipica degli studiatissimi lampi di raggi gamma».

L’individuazione fra essi del vero «colpevole» richiederà dell’ulteriore intenso lavoro osservativo, come indica un altro dei membri italiani del team che ha condotto le osservazioni, Nicolò D’Amico, docente presso l’Università di Cagliari e associato Inaf, direttore del progetto del Sardinia Radio Telescope (Srt) progetto che, spiega, «reciterà un ruolo di primo piano internazionale» in questa ricerca. Oltre a Marta Burgay, Sabrina Milia e Andrea Possenti dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari e Nicolò D’Amico, il team comprende ricercatori dell’Osservatorio di Jodrell Bank dell’Università di Manchester (Regno Unito), del Max-Planck Institute for Radio Astronomy (Germania), dello Swinburne University of Technology (Australia), del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (Australia), dell’Australian Research Council Centre of Excellence for All-Sky Astrophysics (Australia), dalla Curtin University (Australia), della West Virginia University (Usa) e del Jet Propulsion Laboratory della Nasa (Usa).

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