La Nuova Sardegna

Sassari

Chiusa l’istruttoria sul caro traghetti, sentenza il 19 giugno

di Umberto Aime
Chiusa l’istruttoria sul caro traghetti, sentenza il 19 giugno

Il caso del 2011: l’Antitrust ha ascoltato accusatori e accusati. Cappellacci: «Ecco le prove del cartello fra gli armatori»

22 maggio 2013
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CAGLIARI. L’ultimo atto dell’indagine sul caro traghetti del 2011si è consumato ieri, nel salone delle udienze dell’Antitrust, a Roma. Sentiti accusatori (le regioni Sardegna e Liguria e l’Altroconsumo) e accusati (Moby, Gnv-Snav e Sardinia Ferries), i giudici depositeranno la sentenza il 19 giugno. Quel giorno si saprà se due anni fa le compagnie firmarono un accordo sottobanco (il cartello) per aumentare tutte insieme le tariffe dei collegamenti da e per la Sardegna. Aumenti che furono clamorosi: dal 70 al 110 per cento.

La relazione. L’udienza, durata due ore, è cominciata con la «ricostruzione dei fatti». Il relatore ha messo sul tavolo le prove portate dagli accusatori, a cominciare da alcune mail sequestrate a suo tempo dagli uffici commerciali di alcune compagnie e che confermerebbero l’intesa. In una di queste c’era scritto: «È meglio che queste tariffe le teniamo ancora nascoste, altrimenti ci saltano addosso». Per chi accusa – ha ricordato il relatore – c’è anche la prova che «gli aumenti furono contemporanei, ben sapendo che non ci sarebbe stata reazione da parte della concorrenza visto l’esistenza del cartello messo insieme anche nella prospettiva di acquisire poi in cordata la Tirrenia allora in vendita». Poi è stata la volta delle prove della difesa, con in testa l’aumento improvviso del costo del petrolio e subito il tentativo di rientrare dalle perdite subite nel 2010 per l’improvviso calo dei passeggeri.

L’istruttoria. Gli avvocati delle compagnie hanno ribadito le loro tesi e soprattutto cercato di dimostrare che «la concorrenza c’è sempre stata su tutte le rotte per la Sardegna». Poi è stata la volta del governatore Ugo Cappellacci, con a fianco l’avvocato Gian Michele Roberti, che ha ribadito quanto sempre detto in quei giorni caldi di due anni fa. «Sin dall’inizio delle prenotazione – ha detto il presidente – ci rendemmo conto che era in atto un vero attacco contro la Sardegna con quegli aumenti organizzati a tavolo e che dopo qualche mese, in piena estate, provocarono danni incalcolabili sull’economia turistica, o almeno fino a quando da parte della Regione non ci fu la risposta all’attacco con il varo della Flotta sarda-Saremar». Solo allora, secondo Cappellacci, le compagnie private abbassarono i prezzi senza fare più pesare sui biglietti il caro carburante: uno strano miracolo, ha detto Cappellacci nell’ultima parte della sua deposizione. Che si è chiusa con uno sguardo preoccupato all’attualità: «I prezzi sono aumentati anche quest’anno con la concorrenza ridotta ormai a poco o nulla, visto che Gnv-Snav si è ritirata dalle rotte per la Sardegna, oggi coperte solo dalla Tirrenia privatizzata e dal suo socio, la Moby». A fianco della Sardegna, ancora una volta, si è schierato il Comitato anti-speculazioni, capeggiato dall’associazione l’Altroconsumo, che ha ricordato come nel 2011 il mercato fu pilotato dagli armatori sin dall’inizio della stagione.

Le conclusioni. Il 19 giugno l’Antritrust pubblicherà sul sito la sentenza e se riconoscerà l’esistenza del cartello, Moby, Gnv-Snav e Sardinia Ferries saranno sanzionate, altrimenti lo scandalo sarà archiviato come un semplice, si fa per dire, scontro economico-politico.

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