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Precari e apprendisti ecco le nuove norme

Precari e apprendisti ecco le nuove norme

Modifiche alla riforma Fornero per favorire l’occupazione giovanile. Richiamo di Napolitano sulla «crisi angosciante e drammatica»

21 maggio 2013
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di Andrea Di Stefano

MILANO. La «crisi angosciante e drammatica» che vive l'Italia «impone alle istituzioni, alle forze sociali e alle imprese la messa in atto di efficaci soluzioni per rilanciare l'occupazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese». Il presidente Giorgio Napolitano lancia un pressante appello affinché l'emergenza venga affrontata rapidamente e il premier Letta incassa anche un importante sostegno dal presidente Usa. Barack Obama - riferisce una nota del governo - nel colloquio con il premier si è detto «pienamente d'accordo» sulla necessità di dare priorità alle politiche contro la disoccupazione giovanile, dicendosi pronto a collaborare con l'Ue per superare la crisi, favorendo la crescita ma con conti in ordine. Una prima risposta arriverà domani nell'incontro tra il ministro del Lavoro e le parti: il ministro Giovannini punta, infatti, ad un varo immediato di un pacchetto di misure operative senza oneri per la finanza pubblica in attesa di un eventuale fase 2 in autunno che potrebbe comportare risorse sino a 12 miliardi di euro.

Legge Fornero. Come aveva più volte preannunciato Giovannini vuole un intervento di “manutenzione” della legge Fornero mediante un decreto legge che semplifichi due istituti: i contratti a termine e l'apprendistato. Azioni che raccolgono il consenso dell'ex ministro del governo Berlusconi, Maurizio Sacconi.

Contratti a termine. L'impianto del decreto che potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri già venerdì è abbastanza semplice: intervenire sui contratti a termine riducendo sia la casistica che la tempistica. In particolare i tecnici del ministero vogliono ridurre l'intervallo di tempo che deve trascorrere tra un contratto a tempo determinato e quello successivo che la riforma Fornero ha allungato da 10 a 60 giorni (per contratti con durata fino a 6 mesi) e da 20 a 90 giorni (per contratti più lunghi). Vincoli che hanno contribuito ad appesantire una già difficile congiuntura economica.

«Causalone». Per lo stesso motivo si pensa anche di estendere la possibilità di assumere con il contratto a termine senza il cosiddetto “causalone”: la legge varata dal governo Monti impone che il datore di lavoro indichi la motivazione in occasione del primo rinnovo di un contratto a termine. I tecnici del ministero del Lavoro stanno ipotizzando di eliminare o ridurre l'obbligo. Le imprese sollecitano anche l'eliminazione del prelievo aggiuntivo dell'1,4% sui contratti a termine, introdotto per finanziare il nuovo ammortizzatore Aspi e nel decreto dovrebbe trovare spazio almeno la sospensione per un anno dell'aggravio.

Apprendistato. Sicuro anche l'intervento sull'apprendistato, sia sul versante della formazione che del superamento del vincolo introdotto dalla legge Fornero alle assunzioni: il datore di lavoro oggi è obbligato a stabilizzare il 50% degli apprendisti (il 30% fino al 18 luglio del 2015) e il vincolo avrebbe prodotto un vero e proprio blocco del sistema di apprendistato. Il ministero vuole mantenere la valenza formativa dello strumento, ma la quantità e l'organizzazione del training richiesto sono uno dei temi su cui più si concentrano le critiche delle parti sociali. Un problema è la disomogeneità dei percorsi tracciati a livello regionale, per cui ci sono Regioni che per l'apprendistato professionalizzante richiedono il numero minimo di 120 ore di formazione esterna all'azienda nel triennio, e altre che arrivano a richiedere oltre 900 ore.

Piano giovani. «Da qui fino a giugno ci concentreremo sul piano giovani», ha sottolineato il ministro del Lavoro. L'obiettivo è quello di ridurre la disoccupazione dell'otto per cento portandola al 30% dai livelli record attuali e in campo potrebbero esserci tra i 10 e i 12 miliardi di euro, se non di più. Ma per qualsiasi intervento oneroso bisogna attendere il Consiglio europeo del 28 e 29 giugno dove si discuterà della proposta avanzata dal governo italiano di escludere dai parametri del patto di stabilità anche gli investimenti destinati a creare lavoro compresi gli sgravi fiscali per i neoassunti.

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