La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, in lizza al concorso anche la nipote del rettore

di Pier Giorgio Pinna
Sassari, in lizza al concorso anche la nipote del rettore

La candidata contestata e il padre docente replicano: procedure corrette, niente d’irregolare

09 aprile 2013
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SASSARI. Non c'è pace sui concorsi all'università. In attesa della sentenza del Tar sulle selezioni per un posto da ricercatore, vengono alla luce nuovi particolari. Agli orali del 18 aprile sono stati ammessi sei candidati della ventina iniziali. Tra i partecipanti figura una nipote del rettore, Attilio Mastino. Intanto la concorrente che si oppone al ricorso davanti al Tribunale amministrativo, Rossella Castellaccio, spiega come a suo avviso tutto si stia svolgendo nella maniera più regolare e chiarisce le motivazioni all'origine della sua "resistenza in giudizio". Mentre il padre, Angelo Castellaccio, professore ordinario sempre all'università di Sassari, precisa la propria posizione rispetto alle procedure. E giudica del tutto infondate le accuse mosse sul web dal Coordinamento nazionale precari d'ateneo.

Un passo indietro nel tempo, comunque, consente di capire meglio. La storia s'inserisce in un lungo elenco di concorsi in passato contestati. Ora è il turno di 4 posti per ricercatore. E in particolare di quello per Demoetnoantropologia. Contro la posizione di Rossella Castellaccio e le valutazioni seguite dalla commissione giudicante ha presentato ricorso Chantal Arena, figlia di un ex docente di Medicina. Nel frattempo su internet si sono rincorse le proteste. Anche sullo slittamento per 3 volte consecutive degli orali, ora fissati per il 18 aprile. Rinvio che in ateneo giustificano con documentate ragioni di forza maggiore.

«Ma la procedura seguita in quest'occasione è stata più che corretta _ spiega adesso Angelo Castellaccio _ Io sono stato vicepreside a Lettere sino al 30 giugno 2012, in regime di prorogatio. Prima di quella data il Consiglio di facoltà di cui facevo parte si è limitato a specificare le discipline per le quali si dovevano bandire i concorsi per ricercatore dietro indicazione del rettorato».

Il bando al centro della bagarre era stato reso noto lo scorso anno. E già in precedenza, sostiene Castellaccio, per via dell'applicazione della Riforma Gelmini erano nati da Lettere, Lingue e altri settori due degli attuali maxi-dipartimenti. Uno _ Storia, scienza dell'uomo e della formazione _ prevede al suo interno Demoetnoantropologia. L'altro _ Scienze umanistiche e sociali _ è quello dove invece lavora oggi come docente di prima fascia il padre della candidata contro cui è stato presentato il ricorso. «Vista la scissione tra dipartimenti intervenuta nel frattempo, non si capisce perché io sia stato tirato in ballo in questa vicenda», sottolinea Castellaccio.

Poi la figlia chiarisce: «Chantal Arena ha fatto ricorso non perché io mi trovi in una qualsiasi posizione d'incompatibilità, ma perché eccepisce un giudizio eccessivamente sintetico sui candidati da parte della commissione. Sono probabilmente l'unica presa in considerazione nell’opposizione davanti al Tar perché bisognava indicare comunque un contro-interessato. E questo è anche l'unico motivo per cui io stessa "resisto" in giudizio. Nel merito, poi, ritengo di avere tutti i requisiti per partecipare al concorso: insegnamenti, pubblicazioni, articoli e monografie».

«Oggi vedo che si sollevano polemiche, ma nessuno ha fatto altrettanto nei 3 anni durante i quali sempre a Sassari, nel settore dell'antropologia, ho svolto attività didattica a titolo gratuito nei corsi delle lauree specialistiche e triennali», prosegue Rossella Castellaccio. «Infine _ rimarca _ la circostanza che gli orali siano stati posticipati per 3 volte ha danneggiato anche me, dato che di volta in volta sono stata costretta a chiedere le ferie per ragioni di studio». «Insomma: non vorrei che nei miei confronti si stesse facendo una sorta di terrorismo preventivo», sostiene in definitiva la candidata.

Interpellato, Mastino ricorda dal suo canto l'articolo 97 della Costituzione. Secondo il quale "i concorsi sono pubblici e tutti possono partecipare". A patto che siano "assicurati il buon andamento e l'imparzialità", rammenta ancora. «A questi valori mi sono sempre ispirato e intendo ispirarmi in futuro», tiene a sottolineare. Ma puntualizza: «I parenti del rettore hanno zero possibilità di prendere servizio». Il riferimento è alla partecipazione alle stesse selezioni per ricercatori, e al medesimo concorso, di Susanna Paulis, figlia di sua sorella e di un altro docente universitario, Giulio Paulis, "ordinario" di glottologia ed ex preside di Lettere nell'ateneo di Cagliari. «La legge 240 del 2010, all'articolo 18, prevede infatti che non abbiano alcuna chance di venire mai chiamati, anche nel caso superassero le prove in modo positivo, gli affini e i parenti sino al quarto grado del rettore, del direttore generale e dei componenti del Consiglio d'amministrazione di quell'università», è la conclusione del professor Attilio Mastino.

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