La Nuova Sardegna

Sassari

La scuola come una partita a Ruzzle

La scuola come una partita a Ruzzle

La terza F del liceo classico Azuni racconta le tragicomiche avventure degli studenti con smartphone e tablet

31 marzo 2013
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SASSARI. Ore 8.30, compito di latino. Marco scrive veloce nel display del suo iPhone, cercando avidamente la versione del compito da copiare. Il piano perfetto viene distrutto in un secondo. Passando di fronte alla classe il vice preside, con uno sguardo fulmineo, nota il gesto del ragazzo che frettoloso nasconde il cellulare sotto il quaderno. Tutto inutile. Il professore entra nell'aula al passo di un velociraptor, ritira il telefono senza dire una parola e se ne va.

È solo uno dei tanti episodi che vedono come protagonisti gli alunni di un liceo armati di un unico strumento: la tecnologia. Partendo proprio da un avvenimento come questo, oggi nella nostra classe, la terza F del liceo classico Azuni, si discute sui vantaggi e i pericoli relativi all'uso di tablet, smartphone, iPhone e altri apparecchi di questo tipo. Per capire meglio quanto i giovani siano immersi nel mondo della tecnologia, abbiamo intervistato i nostri compagni di scuola, facendoci raccontare le loro esperienze.

Ci siamo resi conto che il cellulare è diventato di vitale importanza anche a lezione. Infatti chi fa più la versione a casa o durante il compito, se la può copiare da Internet? Chi spegne più il cellulare? Gli studenti dimostrano di avere un rapporto maniacale con le nuove tecnologie, tanto da non potersene separare in nessun momento. Mentre la professoressa spiega alla lavagna,le “dive” immortalano la loro bellezza a colpi di flash nascoste da un quaderno, convinte di non essere notate.

Ogni attimo deve essere fotografato, pubblicato su un social network e commentato dal maggior numero possibile di utenti. Nel frattempo, lo pseudodj si diverte abitualmente con colpi di musica o con suonerie dell'iPhone a far impazzire i professori. «Ragazzi, ma io sento le campane!» annuncia l'insegnante. Ma c'è anche il “superconnesso” che trascorre l'ora di matematica giocando a Ruzzle, l'ora di chimica guardando le foto su Instagram, tutto questo mentre risponde alle chiamate e ai messaggi sul suo nuovo Samsung Galaxy.

E poi c'è la melodrammatica che esce dalla classe disperata, sbattendo la porta perché ha letto su facebook che il suo ragazzo è passato da “fidanzato ufficialmente” a “single” senza darle spiegazioni. Chi invece segue la lezione e si distrae solamente per guardare l'ora sul display del telefono, si ritrova con una nota sul registro.

I giovani sono ossessionati da ogni tipo di strumento tecnologico, che li accomuna. Ma non sono i soli. Infatti i professori come si comportano? Alcuni hanno un buon rapporto con la tecnologia: utilizzano il proiettore, il computer, il tablet e il televisore per coinvolgere maggiormente gli alunni durante l'ora di lezione. Sono anche ben disposti a scendere a compromessi con gli studenti sull'uso del telefonino. A questo proposito, Luca ci racconta che la sua classe ha fatto un patto con il docente: ogni volta che arriva un messaggio tutti devono leggerlo a voce alta, compreso l'insegnante.

Altri professori invece non comprendono questa dipendenza e si tengono alla larga da strumenti moderni. Sequestrano i cellulari, rimproverano ripetutamente gli alunni, arrivando fino all'esagerazione: «Una volta un mio compagno è stato perquisito dalla testa ai piedi da un professore – racconta Ilaria –. Sembrava completamente impazzito, convinto che possedesse un altro cellulare e che volesse copiare al compito». Addirittura è capitato che un insegnante abbia frugato nella borsa di un suo studente e che un altro abbia sequestrato un cellulare per poi guardarne,senza permesso, il contenuto. Insomma, la tecnologia colpisce tutti, volenti o nolenti. Se prima per fare la tesina della maturità si trascorrevano ore in biblioteca a leggere libri e a selezionare materiale, ora basta un click per averla direttamente sulla scrivania.

E se prima durante gli incontri scolastici, se volevi conoscere qualcuno bisognava munirsi di coraggio e faccia tosta, adesso con una richiesta di amicizia il gioco è fatto. Dunque all'interno della scuola i nuovi mezzi di comunicazione sono diventati veri e propri alleati per molti, ma dei veri e propri nemici per altri. La relazione amorosa con iPhone, iPad e computer può portare infatti anche ad esiti negativi. Lo sa bene Giovanna che, dopo aver ricevuto un brutto voto, per sfogarsi ha insultato il suo professore su facebook. Il risultato? Una settimana di sospensione senza obbligo di frequenza. D'altra parte questo è il prezzo da pagare se si vuole usufruire delle innumerevoli possibilità che la tecnologia offre: velocità d'informazione, di connessione e di comunicazione. Comunicare non è mai stato così facile. Internet rende tutti più vicini, che si tratti di mandare messaggi al tuo compagno di classe con le risposte del compito o di inviare un video di saluti al tuo amico che abita in Giappone. La febbre dell'hi-tech si diffonde ovunque e senza distinzioni di nessun tipo. Nessuno può guarirne.

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