La Nuova Sardegna

Sassari

«La cura-Dore sviliva dignità dei pazienti»

SASSARI. Le esigenze cautelari, seppur «attenuate, sono persistenti». Per queste ragioni il tribunale del Riesame non ha revocato l’ordinanza di custodia per Giuseppe Dore, il neurologo di Ittiri...

17 novembre 2012
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SASSARI. Le esigenze cautelari, seppur «attenuate, sono persistenti». Per queste ragioni il tribunale del Riesame non ha revocato l’ordinanza di custodia per Giuseppe Dore, il neurologo di Ittiri sotto accusa per la sua “terapia anti-Alzheimer”, e il suo braccio destro, Salvatore Fadda, presidente dell’Aion, associazione dei familiari dei pazienti. I giudici, accogliendo in parte le ragioni dei difensori Pietro Piras e Gabriele Satta, lunedì hanno liberato gli indagati dagli arresti domiciliari considerando sufficiente la misura dell’obbligo di dimora nel paese, dove Dore «non può avere contatti con le persone offese provenienti da diversi ambiti territoriali». La decisione dei giudici, presidente Salvatore Marinaro, a latere Claudia Satta e Giuseppe Grotteria, è stata assunta anche perché Dore è sospeso dall’attività professionale. Non può continuare a sperimentare la sua Psiconeuroanalisi, che lui ritiene essere un modo “rivoluzionario” per curare le demenze, sebbene nessuno scienziato al mondo sia riuscito a trovare una terapia valida. Sul punto, i giudici ritornano ancora una volta. Nell’udienza di lunedì, Dore aveva depositato uno scritto in cui ribadiva la validità della cura. Ma ancora una volta, i magistrati la bocciano: «Va esclusa validità scientifica alla “rivoluzionaria” terapia elaborata dal Dore, corredata da improbabili incursioni mistiche, esoteriche, cabalistiche, connotative di un rapporto interno (all’associazione Aion, ndc) di tipo quasi settario». Il tribunale entra nel merito anche dell’accusa di aver picchiato i pazienti, proprio per seguire - è finora l’accusa della Procura - il metodo Dore. «Si è trattato di arbitrari maltrattamenti, talvolta produttivi di conseguenze lesive, contrari ad intuitive ed elementari regole sancite dai diversi protocolli, informati innanzitutto al rispetto del paziente e della dignità umana, nella vicenda in esame - sottolineano i giudici - arbitrariamente svilita». Chiara la visione che danno i giudici dell’associazione. «Dore, Fadda e Casu (Davide, reoconfesso, ex presidente Aion) tenevano le redini dell’associazione e gestivano gli associati sulla base delle indicazioni fornite dal neurologo». (e.l.)

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