La Nuova Sardegna

Sassari

Diciotto ergastolani trasferiti da Spoleto a Nuoro

di Giovanni Bua
Diciotto ergastolani trasferiti da Spoleto a Nuoro

A Badu ’e Carros anche un ex boss della Sacra Corona Unita, ora detenuto modello laureato a Pisa

29 settembre 2012
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NUORO. Diciotto ergastolani, trasferiti dal carcere di Spoleto (quello che, tra gli altri, ospita Matteo Boe e l’arzanese Mario Trudu) a Badu ’e Carros. E uno di loro, ex esponente di spicco della Sacra Corona Unita, che non riesce a spiegarsene il motivo. Perché nei vent’anni passati dietro le sbarre ha guadagnato encomi, meriti, lodi. Tanto da passare dal 41 bis di Novara a ben 14 ore di libertà, senza scorta, ottenute in occasione della laurea che ha conseguito a Pisa con il massimo dei voti lo scorso 25 maggio.

Si tratta di Marcello Dell’Anna, 45 anni, di Nardò, sposato e padre di un giovane di 24 anni. Un detenuto modello, che dice di «rappresentare la vittoria del sistema carcerario sul crimine». Almeno fino a qualche giorno fa.

«Mandandomi a Nuoro è come se mi avessero riportato indietro di vent’anni e questo mi rifiuto di accettarlo perché il mio passato è per me morto e sepolto – ha scritto Dell’Anna in un accorata lettera inviata alla presidente di Sdr Maria Grazia Caligaris –. Tale assegnazione ha compromesso seriamente il mio lodevole percorso rieducativo, i miei studi universitari e i miei affetti familiari. Noi detenuti non siamo considerati persone ma pacchi postali, numeri di matricola, mere pratiche da evadere in spregio di questo Stato che vanta illustri nomi di civiltà e giustizia».

«Marcello Dell’Anna – spiega la Caligaris, sempre in prima linea con la sua associazione nella difesa dei detenuti – intendeva proseguire gli studi essendosi iscritto a un ulteriore corso ma il trasferimento gli impedisce di continuare il percorso riabilitativo e formativo. L’uomo, in carcere da 20 anni, lamenta di essere stato mandato a Nuoro semplicemente per la necessità di aumentare i posti letto della sezione AS3 del carcere umbro. Il caso dell’ex membro della Sacra Corona Unita – sottolinea Caligaris – richiama con evidenza la questione della territorialità della pena e del peso da riconoscere alla rieducazione specialmente quando è attestata da encomi per comportamenti distinti, pubblicazioni di libri e diplomi di laurea. Il principio della rieducazione, sancito dalla Costituzione e dalla legge sull’ordinamento penitenziario, non può essere sacrificato per ampliare il numero dei posti letto. In questo modo non solo si demotiva il cittadino privato della libertà ma si ledono i suoi diritti negando la stessa funzione dell’istituzione carceraria».

Dell’Anna ha inoltrato al Dap un ricorso gerarchico per un immediato trasferimento in un istituto dove sia possibile studiare e effettuare i colloqui con i familiari. Ma a guardare storie simili alle sue, come ad esempio quella dell’ergastolano arzanese Mario Trudu, che da anni (ne ha 62) combatte per essere trasferito proprio da Spoleto e, nonostante la maxi ondata di spostamenti di questi giorni, a Spoleto è rimasto, la speranza è fioca.

Anche perché, per usare le parole di un altro eccellente laureato e scrittore (ed ergastolano), Carlo Musumeci (a lungo detenuto a Badu ’e Carros, e di recente spostato «come un sacco di patate» dal carcere di Spoleto a quello di Padova): «In carcere ti puniscono soprattutto quando hai ragione».

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