La Nuova Sardegna

Sassari

L’incubo dei randagi assilla gli anziani residenti in via Carso

di Vanni Lai

Un branco di cani scende ogni giorno dalla vallata in cerca di avanzi di cibo. Denunciate numerose aggressioni

22 settembre 2012
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SASSARI. Un branco di cani randagi sta rendendo la vita difficile ai residenti di via Carso, da qualche tempo alle prese con la paura di doversi difendere da eventuali attacchi. Negli ultimi mesi le aggressioni avvenute in zona sarebbero sei, con cinque casi soltanto nell’ultimo mese. Dopo un presunto episodio a maggio, nelle ultime due settimane sono state aggredite diverse donne, tutte residenti in via Carso. Dopo due attacchi avvenuti lunedì, l’ultimo in ordine di tempo è quello capitato alla signora Barbara Fresu, 75 anni. «Ho subito uno shock 19 anni fa a causa di un episodio simile – dice -. Ma adesso, quando mi sono trovata davanti il branco a pochi passi ho cercato di rifugiarmi subito in garage, e i riflessi non sono più quelli di una volta. Siamo sfiniti per questa situazione, non ho mai avuto paura dei cani perché mio marito allevava degli esemplari da caccia. Ora però abbiamo il terrore di uscire di casa».

Via Carso costeggia il crinale sulla vallata dove un tempo scorreva l’Eba giara, una strada “di confine” su una sponda ricoperta di vegetazione, rampicanti e immondizia di vario genere. A pochi passi dai marciapiedi, appena sotto gli alberi, è facile imbattersi in lattine, bottiglie, buste di nylon e piatti di plastica. «Il problema dei cani è dovuto soprattutto alla maleducazione di alcuni – assicurano gli abitanti della zona -. Qui, quasi tutte le sere, qualcuno getta l’immondizia con poca attenzione fuori dai cassonetti e, ancora peggio, mette da mangiare ai gatti randagi».

Secondo le testimonianze, i cani –una femmina con tre cuccioli e altri cinque randagi– agisce con frequenza tra via Carso fino all’incrocio con viale San Francesco, spostandosi al viadotto di via degli Astronauti. Spinti dalla fame, costretti a frugare nei cassonetti alla ricerca di avanzi di cibo, sembrano aver trovato in via Carso un punto importante per nutrirsi. Nonostante gli altri casi precedenti, la prima vera denuncia alle autorità è arrivata venerdì scorso, dopo l’incidente alla signora Mariolina Ortu. «Sono arrivati alle mie spalle e mi hanno stracciato un pezzo di vestito – racconta la signora, 78 anni -. Mi sono buttata per terra, nascondendo il viso, poi si sono allontanati. In seguito sono stata portata al Pronto soccorso». Quando Asl, Taxi dog e vigili urbani sono arrivati sul posto i cani erano già andati via. «Sono esemplari molto belli e si vede che hanno bisogno di cibo – spiega Ortu -. Ma noi qui ormai abbiamo paura di spostarci a piedi, ci dobbiamo far accompagnare in macchina per lasciare via Carso». Dal Comune assicurano che la situazione è nota da tempo e non si escludono provvedimenti che verranno presi al più presto. La vallata che passa sotto il viadotto e via Carso non è semplice da battere, a causa delle condizioni del terreno. «I cani si rifugiano in una casa abbandonata qui sotto – dice la signora Ortu mentre indica una costruzione che forse faceva parte di un vecchio podere –. Passano le mattine lì dentro, poi la notte vanno verso il viadotto».

Quello del randagismo non è un problema tipico di via Carso ma di livello mondiale, e trova una base solida nella piaga dell’abbandono degli animali, cuccioli e adulti. Il passaggio da cucciolo ad adulto comporta l’esigenza di uno spazio e di cure maggiori, due punti che spesso gli improvvisati amanti degli animali trascurano. Accade spesso che nei canili arrivino trovatelli castrati, abbandonati chissà dove, costretti alla ricerca continua di cibo e ad assumere atteggiamenti violenti per riuscire a sopravvivere nel tessuto urbano della città.

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