«Siamo in crisi, meglio coltivare marijuana che rubare»
Si è difeso così un allevatore di Bono arrestato dai carabinieri con l’accusa di avere allestito una mega piantagione di canapa indiana. Un altro allevatore di Nule è stato denunciato per un’altra piantagione gigantesca - VIDEO
SASSARI. «L’agropastorizia è in crisi e se non la coltiviamo noi la marijuana lo fa qualcun altro. Io a rubare non ci vado». Così si è giustificato con i carabinieri che lo arrestavano per la coltivazione di 636 piante di cannabis un allevatore di Bono (Sassari). Antonino Bulla, di 56 anni con alcuni precedenti per furto e armi, è finito mercoledì nel carcere nuorese di Badu ’e Carros per aver avviato una piantagione nella sua azienda agricola, che conta 250 capi ovini e 30 bovini, in località “Sa Monza”, a cinque chilometri dal paese.
Un altro coltivatore «diretto» di canapa indiana, invece, per tenere lontani curiosi e forze dell’ordine usava un sistema di allarme simile a quello utilizzato in Afghanistan per innescare le mine antiuomo.
In tutto, in due distinte operazioni, i carabinieri hanno sequestrato 1433 piante, ognuna delle quali avrebbe fruttato circa mille euro. Le due piantagioni sono state scoperte dai carabinieri nelle campagne di Nule e Bono.
Nel primo caso, i militari della compagnia di Bono sono riusciti ad arrestare il proprietario della piantagione (Antonino Bulla), nell’altro hanno denunciato a piede libero il proprietario che si è reso irreperibile.
Nel corso della stessa operazione, durante la quale sono stati utilizzati anche i cacciatori di Sardegna e un elicottero dell’Arma, i carabinieri hanno scoperto la seconda piantagione con 797 piante nelle campagne di Nule in località Sa Mandra Noa. Il proprietario del terreno, un allevatore di 41 anni, si è reso irreperibile. Per tenere lontane le forze dell’ordine l’uomo aveva allestito un ingegnoso sistema d’allarme costruito con una lenza sistemata a 40 centimetri dal suolo che se sfiorata attivava una ricetrasmittente che inviava un segnale al proprietario della piantagione. Un sistema simile, appunto, viene utilizzato in Afghanistan per innescare le mine antiuomo.