La Nuova Sardegna

Sassari

L’allarme dei deputati: «Carcere a rischio»

Pili (Pdl) al Guardasigilli: «Niente acqua, possibile rivolta». Melis (Pd): «Trasferire subito i detenuti»

29 giugno 2012
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il caso del carcere di San Sebastiano finisce in Parlamento, a Montecitorio, in una interrogazione al ministro della Giustizia del deputato del Pdl Mauro Pili. «Il carcere di a Sassari rischia la rivolta da un momento all’altro con gravissimi rischi per il personale che opera in quella struttura», ha detto Pili riferendosi alla protesta dei reclusi di venerdì 22, quando alle 8 del mattino i rubinetti erano ancora a secco, che deriva della mancata erogazione notturna da parte di Abbanoa, a causa di lavori. «Ormai da settimane le condizioni di vivibilità della struttura penitenziaria sassarese sono giunte al collasso - ha detto Pili in aula - e risulta ingovernabile sia la sicurezza che le delicate condizioni igienico sanitaria. La mancanza dell’acqua corrente dovrebbe indurre l’immediata chiusura della struttura o l’immediata soluzione in giornata di fantomatici problemi legati alla distribuzione idrica». Il deputato si riferisce alla sospensione dell’erogazione idrica da parte del gestore della rete, tra le 23 e le 5, che impedisce di rifornire i vasconi del carcere, bacino idrico indispensabile per far sì che durante il giorno la fornitura sia regolare. Per risolvere la situazione, tecnici di Abbanoa stanno effettuando sopralluoghi, ma da due settimane i detenuti possono aprire i rubinetti solo per tre per al giorno, un’ora al mattino, al pomeriggio e alla sera.

Sul fronte del Pd, il deputato Guido Melis lancia l’allarme in una nota molto dura. «Esigiamo l’immediato trasferimento della struttura ricordando di avere presentato due estati, fa come parlamentari del Pd, una circostanziata denuncia alla Procura della Repubblica di Sassari e alla Asl sulle condizioni di vita proibitive dei detenuti e del personale impiegato a San Sebastiano, denuncia rimasta senza seguito. Aspettiamo ora che il ministro della Giustizia, prendendo atto dell’emergenza ormai insostenibile, attui il trasferimento». Il carcere di Bancali è ancora in costruzione, e non sarà aperto prima dell’inverno, quanto meno per il trasferimento degli arredi, poi di personale e detenuti. Ma fino ad allora, nel penitenziario di via Roma si deve fare i conti con le temperature in crescita e l’acqua che scarseggia, ormai dai primi di maggio. In una nota alle agenzie di stampa Pili ha anche annunciato il trasferimento in Sardegna di «100 detenuti al 41bis», il regime di massima sicurezza. Ipotesi smentita dal provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Gianfranco De Gesu. (e.l.)

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative