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Sassari

Sassari, troppi suicidi dal ponte Rosello: il quartiere dice basta

di Nadia Cossu
Sassari, troppi suicidi dal ponte Rosello: il quartiere dice basta

Il sindaco Ganau: «Nel rispetto dei vincoli architettonici ora valuteremo se esistono risorse per dei dissuasori»

04 aprile 2012
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SASSARI. In meno di due giorni più di duecento firme raccolte. E l’impressione è che si arriverà a numeri da record. L’iniziativa di Vito Sollai – «spontanea, partita dal cuore» come lui stesso tiene a precisare – ha avuto un successo forse inaspettato. «Ponte Rosello – aveva detto qualche giorno fa all’indomani dell’ennesimo suicidio – non può essere sempre associato a queste tragedie. Il Comune faccia al più presto qualcosa».

In realtà la questione era ed è un po’ più complicata. Perché gli amministratori hanno in parte le mani legate. Questo ponte, infatti, è sotto la tutela della Soprintendenza ai beni architettonici e ambientali di Sassari e Nuoro e, quindi, sottoposto a non pochi vincoli.

La soluzione prospettata negli ultimi anni – visto l’altissimo numero di suicidi o tentati suicidi – era quella di installare delle reti protettive sotto il ponte o altre soluzioni per rendere più alta l’attuale ringhiera. Soluzioni ancora attuali.

Il sindaco Gianfranco Ganau non nasconde le difficoltà: «Il consiglio comunale valuterà se ci sono risorse finanziarie disponibili per realizzare dissuasori, in ogni caso ci sono precise limitazioni da rispettare e da concordare con la Soprintendenza. Quella delle reti non mi pare una soluzione». Soprattutto, però, il primo cittadino di Sassari è assolutamente convinto di un fatto: «Quando uno vuole farla finita non sono le certo le reti di ponte Rosello a fargli cambiare idea». È anche vero, però, che spesso l’impulso suicida dura un attimo. E chi dice che trovandosi davanti una barriera non si decida invece di desistere? «Le statistiche dicono che non funziona così – spiega Ganau – Era stata fatta persino un’indagine a livello europeo. L’unico risultato che si può ottenere è il calo di suicidi in quel dato punto ma non certo il numero complessivo. Se c’è ponte Rosello ci sarà il quinto piano di un palazzo». Il sindaco però non chiude tutte le porte: «Non sono convinto che questo problema si possa risolvere ma se sarà il caso ne parleremo in Consiglio».

Intanto Sollai va avanti per la sua strada nella convinzione che «sarà anche come diceGanau ma di certo val la pena tentare. Una vita umana ha molto più valore di un monumento storico». E come lui, evidentemente, la pensano tanti altri cittadini sassaresi. «Mi stanno chiamando tante persone e anche dalla Chiesa ho avuto segnali importanti di attenzione e proposte di aiuto. Ho anche ricevuto la telefonata di un architetto in pensione che voleva manifestare la propria disponibilità a progettare gratuitamente eventuali lavori». Telefonate che arrivano anche da parenti e amici di uomini e donne che hanno deciso di morire proprio gettandosi dal ponte Rosello. È il caso di Alessandro Siddi che ha perso un fratello qualche anno fa e che oggi vuole sostenere l’iniziativa del signor Sollai: «Che almeno il Comune ne discuta, ascoltino anche la voce di chi chiede un po’ di attenzione in più». La questione non è nuova, considerato che da anni esiste la proposta di realizzare le reti di protezione. Ma a ponte Rosello si continua a morire.

E oggi c’è persino chi ha deciso di piazzare su un terreno di proprietà, nella vallata della fontana, la statua della Madonna. «Così vigilerà su tutti».

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