La Nuova Sardegna

Il caso

Tante comitive di tedeschi ma mancano le guide turistiche

di Luigi Soriga
Tante comitive di tedeschi ma mancano le guide turistiche

Insufficienti gli operatori che parlano la loro lingua: pochissimi istituti la insegnano. L’associazione: «A maggio e settembre è un’impresa accontentare i tour operator»

06 maggio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Sassari Maggio è il mese di altissima stagione per i turisti tedeschi. Sono innamorati della Sardegna, hanno prenotato la vacanza con larghissimo anticipo, sono meticolosi nella programmazione di ogni itinerario, riempiono l’agenda di eventi. Ma c’è un grosso problema: mancano le guide turistiche in grado di parlare la loro lingua. Quando i tour operator contattano l’Associazione, non sempre trovano operatori disponibili ad accompagnare i gruppi. Le richieste sono troppe e concentrate in pochi mesi, quindi la domanda supera l’offerta. Peccato che la guida turistica rappresenti un servizio essenziale per la vacanza di un tedesco, di un austriaco o di uno svizzero.

Sophie Vannucchi, 54 anni, e Marcella Pirisi, 57 anni, sono due veterane tra le guide turistiche del nord Sardegna e lavorano da oltre 25 anni. Entrambe fanno parte del Centro Guide Sarde e sono iscritte all’associazione regionale Guide Turistiche Sardegna. Se un tour operator ha bisogno di una guida, loro provano ad accontentarlo. Ma in queste settimane la coperta è cortissima.

«Le richieste si concentrano perlopiù da fine aprile a maggio, dopodiché l’attività ridiventa frenetica da fine settembre a metà ottobre. Poi subentra la calma piatta – spiegano – Questo perché il nostro target è un turista che desidera un viaggio culturale, oppure è appassionato di bici, trekking, archeologia, turismo attivo. È l’utente che consente di allungare la stagione, che si muove da gennaio, acquista i biglietti, prenota l’hotel, è stra organizzato. Non è la famiglia o il giovane che desidera la vacanza balneare a luglio e agosto. A questi non serve una guida. Ma per il tedesco che viene a maggio è un servizio essenziale». Le comitive amano l’enogastronomia e scelgono di visitare le cantine: «Immaginate una degustazione tra persone che non parlano una sillaba di tedesco: questi turisti che sono avidi di conoscenza, come potrebbero apprezzare quel vino e quell’esperienza?».

Le associazioni cercano di fare i salti mortali per coprire le richieste, ma 20 guide specializzate in tedesco (che costituiscono lo zoccolo duro), più altre 10 che si attivano nell’alta stagione, non sono sempre sufficienti. «O facciamo dei turni massacranti, oppure i tour operator ripiegano su guide reclutate dalla Penisola o sono costretti a fare a meno del servizio. Ma in entrambi i casi è un’occasione di lavoro sprecata, oppure un bel danno di immagine per la Sardegna».

La carenza di personale è una vecchio gap legato a due fattori. Il primo è strutturale: «Non c’è una normativa vigente che consenta a una guida turistica di acquisire le certificazioni e di mettersi in regola – dicono Marcella e Sophie – prima esisteva un registro regionale, con tanti iscritti, ma ormai è chiuso da 5 anni. Le linee guida per la realizzazione dei tirocini non sono mai state chiare. Poi è subentrata la nuova legge nazionale, che complica ulteriormente le cose. Occorre una laurea, è necessario tirocinio più affiancamento con una guida esperta, ma anche in questo caso mancano le linee guida: insomma è impossibile mettersi in regola».

Alle croniche carenze burocratiche si aggiunge un ulteriore problema, anche questo di lunga data: «A scuola non si insegna il tedesco. È assurdo che all’Istituto alberghiero si impari l’inglese e non il tedesco. E alla Facoltà di Lingue, tutti si buttano sullo spagnolo o sull’inglese, mentre ignorano il tedesco perché ritenuto troppo difficile. Il risultato è che sempre meno persone sono in grado di padroneggiare questa lingua». Così le guide turistiche sarde in grado di accompagnare tedeschi, svizzeri e austriaci sono una specie rara e in estinzione. «L’età media supera i 50 anni, non c’è ricambio generazionale. Ed è un peccato: perché è una professione bellissima, sei sempre a contatto con nuove persone e con la natura, e diventi ambasciatore di una terra».

In Primo Piano
Calcio

E’ il Benevento l’avversario della Torres nei quarti di finale dei playoff

Le nostre iniziative