La Nuova Sardegna

L'iniziativa

L’assalto aereo alla diga del Tirso, quando dal cielo piovvero le bombe

di Enrico Carta
L’assalto aereo alla diga del Tirso, quando dal cielo piovvero le bombe

Il podcast “Operazione Picket” racconta i bombardamenti del ’41 e del ’43

26 aprile 2024
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Ula Tirso Il 28 aprile 1924, Vittorio Emanuele III, re d’Italia, sbarcò in Sardegna e arrivò sino allo sperduto paesino di Ula Tirso. C’era qualcosa di molto importante da fare: tagliare il nastro per quella che per l’epoca era un’opera di ingegneria di altissimo livello. Dopo sei anni di lavori, in quel 28 aprile di un secolo fa, veniva infatti inaugurata la diga Santa Chiara sul fiume Tirso, opera degli ingegneri Angelo Omodeo e Luigi Kambo. Lavoro avveniristico per l’epoca, formò il più grande bacino artificiale d’Europa quello che avrebbe dato vita al lago Omodeo, che deve il suo nome proprio al costruttore della diga. Il fiume era stato imbrigliato e lo sfruttamento delle sue acque avrebbe dovuto giovare all’agricoltura di tutta la piana di Oristano e sarebbe dovuto servire per produrre energia attraverso la grande centrale idroelettrica.

Diciassette anni dopo la visita di Vittorio Emanuele III, il 2 febbraio 1941, quando la Seconda guerra mondiale aveva incendiato tutta l’Europa, uno stormo di aerosiluranti britannici, che aveva preso il volo da una cacciatorpediniere della Royal Navy che si trovava al largo di Capo Mannu, fece rotta verso la diga per quella che fu ribattezzata dagli alti comandi militari della Corona “Operazione Picket”. Il grande sbarramento era infatti diventato un obiettivo militare di prim’ordine, un bersaglio da far crollare sotto i colpi delle bombe e dei siluri. Il fascismo utilizzava infatti l’energia prodotta dalla centrale della diga per alimentare il bacino carbonifero del Sulcis, dove l’attività estrattiva era mirata anche alla raccolta di minerali utili per creare gli armamenti per la guerra che impazzava.

ASCOLTA LA PRIMA PUNTATA: Un capolavoro di ingegneria - PODCAST
ASCOLTA LA SECONDA PUNTATA: In volo verso il bersaglio - PODCAST
ASCOLTA LA TERZA PUNTATA: L'assalto dal cielo - PODCAST
ASCOLTA LA QUARTA PUNTATA: Le ultime bombe - PODCAST

La diga si salvò quasi miracolosamente da quel primo assalto, ma rimase nelle mire delle forze alleate anglo americane che, col fascismo ormai in disfacimento, il 26 maggio 1943, tentarono una nuova incursione. Stavolta il bombardamento fu opera dell’aeronautica degli Stati Uniti e fu la seconda volta che la diga restò in piedi. È di questi due episodi che ci siamo occupati nel podcast intolato “Operazione Picket. L’assalto alla diga del Tirso”, lavoro del giornalista Enrico Carta che si è avvalso delle ricerche, della consulenza e di alcuni brani dello storico Alberto Cauli. È suddiviso in quattro puntate. Al suo interno non si parla esclusivamente delle due azioni militari del 1941 e del 1943, ma si allarga l’orizzonte proprio alle vicende legate alla costruzione della diga, iniziata nel 1918 quando ancora era in corso la Prima guerra mondiale, e alle implicazioni che essa ebbe nella Sardegna dei primi decenni del 1900.

Ci sono storie che con essa si intrecciano, come quella del villaggio di Zuri, anticamente edificato sulle sponde del Tirso che fu ricostruito più a monte. Le acque del nascente lago Omodeo l’avrebbero infatti sommerso per sempre. Solo la sua chiesa fu smontata e ricostruita identica pietra dopo pietra. Nel racconto ci sono anche storie di soldati, di uomini segnati dalla guerra e di città distrutte, quelle sì, sotto il peso delle bombe. Buon ascolto.
 

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