La Nuova Sardegna

Piccoli centri

Vivere isolati e lontani da tutto: un’ora di auto per una pizza

di Federico Spano
Vivere isolati e lontani da tutto: un’ora di auto per una pizza

Ussassai, simbolo della mancanza di servizi e carenza di collegamenti

22 aprile 2024
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Ussassai Ovunque le distanze si misurano in chilometri, ma nel cuore dell’Ogliastra la distanza tra un paese e l’altro si calcola in tempo e in curve. I sedici chilometri che separano Ussassai da Seui, per esempio, si percorrono in oltre venti minuti, lo stesso tempo necessario per andare da Sassari a Porto Torres percorrendo però 23 chilometri di “camionale”: quasi dieci chilometri in più.
Chi vive a Ussassai e a cena decide di andare a mangiare una pizza (in paese non ci sono ristoranti o pizzerie), deve mettere in conto poco meno di un’ora di auto tra a andata e ritorno a Seui, in una strada dove i rettilinei non esistono e spesso e volentieri si trovano bovini in mezzo alla carreggiata. Stesso discorso per chi banalmente deve tagliarsi i capelli: deve prendere l’auto e andare in un altro paese. È il destino dei piccoli centri dell’interno.
Il nodo L’isolamento dei centri dell’Ogliastra, al giorno d’oggi, è il vero spartiacque tra la prosperità e l’abbandono, tra la vita e lo spopolamento. Alcuni comuni resistono, come Ulassai, grazie al museo di Maria Lai (La Stazione dell’Arte), alle numerose pareti per le arrampicate sportive tanto amate dagli inglesi (che hanno acquistato immobili e creato B&B per ospitare i loro connazionali), o alle spettacolari grotte Su Marmuri (vistate da 20mila persone ogni anno). Ma gli altri, nonostante un patrimonio ambientale unico al mondo, pian piano stanno scivolando verso l’abbandono.
Per fare un esempio, il paese di Ussassai, distante 31 minuti (22 chilometri) da Ulassai, ha ufficialmente circa 450 residenti, anche se quelli che ci vivono tutto l’anno sono tra i 200 e i 300. Oltre ai pochissimi che lavorano nel paese, che conta una macelleria, un alimentari, due bar, un ufficio postale e una banca che non aprono tutti i giorni, gli altri sono quasi tutti pensionati. Fanno eccezione i gestori dei quattro B&B e il gruppo che gestisce l’agriturismo Niala, che si trova in quello che viene definito il “bosco incantato”. I bambini oggi sono quattro e tra poco tempo potrebbe essere chiusa anche la scuola elementare.
L’incompiuta A rendere ancora più complicata la situazione c’è anche una incompiuta che da anni fa penare gli amministratori locali. Ossia i due ponti ferroviari in cui fino a nove anni fa passava il trenino verde. Sono chiusi da 9 anni per restauri, ma l’impresa che doveva realizzarli ha abbandonato tutto pochi mesi dopo l’avvio dei lavori.
Nessuno riesce a prendere in mano la situazione e a far ripartire i cantieri. Così, il treno che portava turisti (e soldi) da Arbatax e che d’estate riempiva il bosco incantato e l’agriturismo Niala (di proprietà del Comune e gestito da giovani del paese), qui non arriva più. Per vedere le piscine naturali di Tuvu Nieddu e le numerose cascate, bisogna affrontare troppi chilometri di curve.
Stesso discorso per l’altra straordinaria piscina naturale di S’Ogliu Ermanu, altro luogo magico diventato celebre su Instagram un paio d’anni fa, ma che è stato assaltato e maltrattato da incivili e che ha portato il sindaco Francesco Usai a fare una ordinanza per limitare gli accessi.
Se ci fossero strade a scorrimento veloce, l’economia di Ussassai, ma dell’intera zona, potrebbe cambiare drasticamente, perché è un territorio dal potenziale turistico enorme.


 

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