La Nuova Sardegna

Elezioni comunali

Il Pd sceglie Giuseppe Mascia. Gianfranco Ganau: «Lo sostengo per il bene di Sassari»

di Giovanni Bua
Il Pd sceglie Giuseppe Mascia. Gianfranco Ganau: «Lo sostengo per il bene di Sassari»

Il passo indietro dell’ex sindaco sblocca l’impasse. Oggi l’assemblea Dem e poi il confronto in coalizione

19 aprile 2024
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Sassari Il dado è tratto: Giuseppe Mascia è il candidato dei Dem per la corsa a Palazzo Ducale. Questo pomeriggio la proposta verrà portata in assemblea e, subito dopo il prevedibile via libera, al tavolo del campo largo, convocato a ruota. E lì si vedrà se il nome alternativo annunciato dai M5s («una donna di primissimo piano») arriverà e sarà sostenuto, o se il centrosinistra è sazio di discussioni e tensioni.

Nella notte Lo sblocco definitivo della lunga trattativa è arrivato l’altro ieri notte, suggellato da una un po’ ecumenica ma eloquente nota dello stesso Mascia che, annunciando l’assemblea di oggi pomeriggio, sottolineava: «emergerà una proposta unitaria e autorevole in grado di proporre un rilancio della città e del territorio». Proposta unitaria che evidentemente convergeva sul suo nome, dopo il sofferto passo indietro del contendente: l’ex sindaco e presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Il passo indietro Ancora ieri i Dem predicavano prudenza, chiedendo il rispetto dei rituali di un partito complesso, dove la forma fa presto a trasformarsi in sostanza. Ma, a dare l’attesa ufficialità alla pace raggiunta, alla fine è arrivato un lungo messaggio dello stesso Ganau. «Con lo spirito unitario che ha sempre caratterizzato la mia storia politica, sosterrò negli organismi del partito democratico la candidatura a sindaco del segretario provinciale Giuseppe Mascia, che ha tutte le caratteristiche utili per far bene e dare le risposte necessarie ed attese alla città di Sassari. Il mio impegno e il mio supporto a questa difficile impresa, con un governo di centrodestra che mostra ogni giorno di più il suo vero volto, sarà all’altezza di quanto il bene di Sassari e del nostro Paese esige da ognuno di noi».

La storia Poi la narrazione di quello che in questi giorni è successo, che dà ben conto di quanto la scelta dell’ex sindaco sia stata sofferta e non particolarmente gradita. «Voglio ringraziare i tanti cittadini che in queste settimane mi hanno manifestato il loro desiderio di vedermi ancora e nuovamente sindaco della mia città – spiega – motivo per il quale, dopo la decisione di non ricandidarmi alle elezioni regionali, ho dato la disponibilità al mio partito per una eventuale ricandidatura come sta avvenendo a Cagliari con Massimo Zedda, e ad Alghero, nel campo avverso, con Marco Tedde o come avvenuto due anni fa a Quartu con Graziano Milia».

«L’ho fatto per il buon rapporto che ho mantenuto con la mia città e nella convinzione di poterle restituire l'esperienza maturata in ambito istituzionale e amministrativo – continua - dopo 10 anni di difficoltà amministrative e politiche che le hanno fatto perdere centralità, ruolo e speranza. Per questo la contrapposizione che in questi giorni sembra maturata tra la mia disponibilità e una proposta di rinnovamento non mi convince, mi trova lontano e distante perché vale il percorso delle persone: in tutte le mie esperienze ho sempre lavorato per promuovere una classe dirigente di qualità innanzitutto e, dove possibile, ho favorito il coinvolgimento di nuove energie, come dimostra la scelta di non andare oltre i due mandati alle elezioni regionali».

I fatti «Valgono i fatti, i fatti dicono i valori che ci guidano – sottolinea l’ex sindaco – gli interessi che difendiamo. E per me viene prima di tutto la città, il suo bene e il suo futuro. Per questo, per non rischiare inutili divisioni che avvantaggerebbero altre coalizioni, per favorire la massima unità del centrosinistra, nel solco della bella vittoria di Alessandra Todde, per un governo della città che dia nuove speranze e favorisca un rilancio del ruolo e delle aspirazioni di città e territorio, che faccia dell'ascolto e della condivisione sulle scelte l'asse portante dell'azione amministrativa, che con azioni ragionate faccia ritrovare l'orgoglio di essere sassaresi sento la responsabilità di assumere questa decisione».

Generazioni Decisione che di fatto incorona Giuseppe Mascia e il gruppo dei 40-50enni del Pd (e non solo) che ha tenuto botta in settimane complesse. Mascia ha 48 anni, laurea in filosofia all’Uniss e dottorato a Cagliari con una tesi su Martin Heidegger, docente al liceo artistico Figari, chitarrista dei Dislocatio Blues e tra gli animatori della mostra collettiva di arte contemporanea che ogni anno si svolge a Molineddu, parco artistico a cielo aperto nelle campagne di Ossi. Parte della prima pattuglia di grillini che entrò in consiglio comunale (insieme a lui Maurilio Murru, Desirè Manca e Sofia Fiorillo) nel 2014. Movimento lasciato, tra non poche polemiche, nel 2015 per entrare nel Pd, nel quale si è guadagnato la conferma come consigliere comunale e la nomina a segretario provinciale. Area riformista, ma soprattutto parte di quel gruppo di consiglieri che, dopo i 5 anni in trincea a Palazzo contro i civici di Campus, ha iniziato a reclamare spazio e a tessere una complessa tela di iniziative e rapporti. Il tutto in ticket con Fabio Pinna, a lungo anche lui indicato come possibile candidato sindaco e autore, qualche settimana fa, del passo di lato che sembrava aver sbloccato la trattativa.

Rapporti Rapporti che spaziano dalla cultura cittadina, quella che l’altro ieri si è riunita non a caso al Micro Cafè a Sassari, coagulatasi attorno al libraio Aldo Addis, autore di una incredibile performance alle scorse regionali. Ma anche all’imprenditoria (basti per tutti la candidatura, anche questa di successo, dell’ex presidente di Confcommercio Pier Giuseppe Canu) e al mondo della scuola (con la preside di frontiera Patrizia Mercuri). Ma soprattutto rapporti con quella coalizione che il duo Mascia-Pinna ha curato con pazienza, trovando alla fine l’appoggio convinto e decisivo di Demos, Fortza Paris, Progressisti, Psi e Sinistra Futura. Che anche martedì, a trattative pienamente in corso, hanno battuto un colpo chiedendo «una leadership ispirata ai principi di rinnovamento, cambiamento e inclusività».

E anche l’apertura del dialogo con la Costituente per Sassari dell’ex magistrato Mariano Brianda, che dopo l’incoronazione ufficiale di oggi potrà ripartire.



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