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Vita di un emigrato, da Lodine alle miniere del Belgio poi a Milano e in Brianza


	Un momento della presentazione del libro di Peppino Mureddu a Monza
Un momento della presentazione del libro di Peppino Mureddu a Monza

Il Circolo “Sardegna” di Monza, Concorezzo e Vimercate organizza un incontro a tu per tu con il novantatreenne Peppino Mureddu

17 aprile 2024
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Monza «È sempre una bella soddisfazione presentare un nuovo libro». Esordisce così Salvatore Carta, presidente del Circolo culturale “Sardegna” di Monza, Concorezzo e Vimercate, davanti al pubblico riunito al Liberthub della città capoluogo brianzolo (sabato 13 aprile 2024) per un incontro a tu per tu con Peppino Mureddu, «giovane novantatreenne di Lodine socio del nostro circolo», autore del volume “L’emigrato sardo” (Leone editore), sottotitolo “Da Lodine al Nord Europa, al Nord Italia”. L’evento è stato organizzato dal Circolo “Sardegna” con la collaborazione dell'Associazione Liberbook di Monza e della poetessa Ofelia Usai, emigrata di Gadoni.

Dopo l’introduzione di Carta, a presentare l’opera ci ha pensato Gianraimondo Farina, ricercatore e cultore di Storia economica all’Università Cattolica, oltre che vicepresidente dello stesso Circolo “Sardegna”. La parola è poi passata al protagonista dell’evento, Peppino Mureddu: da autista dell’Atac in Sardegna a minatore in Belgio. «Entravo nelle miniere di carbone a 400 metri sotto terra che ero bianco e ne uscivo tutto nero». Al rientro in Italia, in seguito, gli studi e il diploma di elettrotecnico, è così arrivato il lavoro in importanti ditte di Milano e della Brianza. Da qui l’invito ai giovani a non aver paura a provare vari lavori… Anche Ofelia Usai ha raccontato la sua vita di emigrata con la valigia di cartone, di quando vide per la prima volta un ascensore, a Monza. Anche lei ha invitato i giovani a farsi coraggio e a tentare la fortuna con nuovi lavori.

I vertici del Circolo culturale “Sardegna”, infine, hanno auspicato che la nuova giunta regionale di Alessandra Todde prenda a cuore il problema del lavoro e della emigrazione, dello spopolamento dei paesi sardi, “come succede ad esempio al comune di Nulvi con quattromila abitanti, duemila sono emigrati, e con il paese che conta centinaia di case abbandonate, in vendita a un euro simbolico”.

Prossimo appuntamento sabato 20 aprile 2024 alle ore 10 a Villa Di Serio, per inaugurare la mostra sulle miniere della Sardegna e della Lombardia (nella prestigiosa sala delle Carrozze, si potrà visitare sino al 27 aprile). “Il 28 aprile – anticipa Salvatore Carta – inaugureremo alla Casa del volontariato di Monza, una mostra per celebrare Sa die de sa Sardigna, dedicata a Giomaria Angioy, al canonico Salvatore Frassu e a don Michele Obino. Il 26 maggio 2024 alle ore 10 inaugureremo la mostra sulle miniere a Monza, al Centro civico di San Rocco.

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