La Nuova Sardegna

L’esordio di Balzarini: «Lavorerò in continuità» 

di Stefano Ambu
L’esordio di Balzarini: «Lavorerò in continuità» 

Prima uscita pubblica del nuovo assessore regionale ai Lavori pubblici Il sostituto del dimissionario Maninchedda è stato indicato dal Partito dei sardi

24 giugno 2017
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CAGLIARI. Nel calcio sarebbe un attaccante. Quello che negli ultimi venti metri deve finalizzare il gioco preparato anche dagli altri. Nel campo della politica il tempo, a volte, è più importante dello spazio: e anziché di metri, per Edoardo Balzarini, ingegnere e neo assessore regionale dei Lavori pubblici, ieri alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina di mercoledì scorso, si dovrà parlare di mesi. Esattamente 20, quelli che mancano alla fine del mandato della Giunta Pigliaru.

Il presidente della Regione ieri a Villa Devoto lo ha presentato – naturalmente senza la metafora calcistica – più o meno così, come l'uomo della concretezza. «Un assessore – ha detto Pigliaru – che dà garanzia di continuità per portare a compimento in questi mesi nel modo migliore e in tempi rapidi il lavoro fin qui svolto». Il governatore ha parlato anche del suo predecessore. O meglio del suo pre-predecessore visto che nel frattempo c'è stato anche l'interim di Raffaele Paci. «Ringrazio Maninchedda – ha detto Pigliaru –, ha lavorato tanto insieme a tutta la struttura. Un ringraziamento doveroso». Indicazioni di Pigliaru subito confermate dal neo esponente dell'esecutivo, già direttore generale dello stesso assessorato. Che quindi, in qualche modo, tornando al parallelo calcistico, dalle retrovie ha già preparato l'azione che poi dovrà portare al gol. Obiettivi? «In linea con quelli della Giunta e del precedente assessore», ha detto. Con un metodo chiaro. «Puntare ad alcune specificità, tra cui garantire il trasferimento delle enormi risorse finanziarie che derivano dal Patto per la Sardegna e consentire il loro utilizzo all’interno dell’arco di questa legislatura». Poi Balzarini è andato subito al sodo. E ha illustrato immediatamente l'elenco di interventi su dighe e porti. Che, per forza di cose, lui conosceva già benissimo.

Il testimone è stato consegnato da Paci, presente ieri a Villa Devoto. Anche perché il suo breve periodo di interim, cominciato dopo l'addio di Maninchedda e terminato qualche giorno fa, è coinciso con la approvazione in giunta delle delibere che riguardano proprio il futuro delle dighe e dei porti in Sardegna. Una parola d'ordine, continuità, che conferma in qualche modo anche la pace politica dopo i dubbi sorti all'indomani delle dimissioni di Maninchedda. Il teorema è sempre quello: se non c'è rottura con il passato la deduzione (che sembra ovvia) è che non ci sia rottura nemmeno col Partito dei sardi.

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