La Nuova Sardegna

Wind-3, sit-in di protesta a Cagliari 

Wind-3, sit-in di protesta a Cagliari 

La vertenza dei 400 lavoratori discussa dai sindaci dell’area metropolitana

03 giugno 2017
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CAGLIARI. Hanno occupato in centocinquanta i gradoni dell'anfiteatro di Marina Piccola a Cagliari per dire ancora una volta no alle decisioni delle multinazionali di esternalizzare il servizio clienti 133. Nel mirino l'accorpamento fra Wind e 3 che – denunciano i lavoratori – mette in bilico novecento posti in Italia, di cui quattrocento in Sardegna, nella sede di Elmas. Un flash mob pacifico, senza dare fastidio ai tanti cagliaritani che ieri sera stavano passeggiando davanti al mare. Tutti con le magliette nere e lo striscione dello stesso colore: una sola scritta bianca «Vendesi novecento famiglie». Stesso abbigliamento e stesso messaggio di ieri mattina: una delegazione ha partecipato al corteo organizzato da «A Foras» contro le basi militari. Uno sciopero è stato fissato per il 14 giugno.
La situazione è stata discussa anche dai sindaci dell’area metropolitana. Una delegazione di lavoratrici e rappresentanti sindacali della Wind-3 ha incontrato il sindaco di Elmas Antonio Ena, primo cittadino del Comune su cui sin dal 2003 sorge lo stabile di H3g, ora confluita in Wind-3. Ena si è fatto portavoce della vertenza presso l’assemblea dei sindaci dell’area metropolitana. La delegazione ha illustrato gli ultimi aggiornamenti della vertenza ponendo l’accento sulla questione sociale.
«Sarebbero incalcolabili i danni per l’economia locale in caso di una futura crisi occupazionale che coinvolgerebbe oltre 400 famiglie – ha detto Marianna Stara, di Rsu Uilcom e lavoratrice di Wind 3 –. Parliamo cioè di un indotto che riguarda, case, mutui, automobili, assicurazioni, consumi essenziali e non, servizi, spese familiari, di istruzione, sanitarie e tanto altro. Impensabile che i primi cittadini e le amministrazioni non si attivino per scongiurare questo scenario di incertezza che sta dando già i suoi primi segni: i colleghi tendono a evitare spese inutili e molti istituti di credito stanno contattando chi è in attesa di mutui o altre forme di credito, per bloccare le pratiche alla luce delle notizie di cessione annunciate da Wind-3».
Secondo il segretario generale Uilcom Sardegna Tonino Ortega, «occorre un confronto serio con l'azienda per cercare realmente soluzioni alternative. Ciò che l'azienda dice non è di nessuna rassicurazione, rappresenta anzi una banalità che offende la nostra intelligenza». Wind Tre ha infatti dichiarato che «la cessione del ramo d'azienda relativo a 4 call center interni non comporterà alcun licenziamento». «È la legge del nostro codice civile che in caso di cessione di ramo d'azienda esclude la possibilità di licenziare – ricorda Ortega –. Quello che si vuole evidentemente nascondere alla pubblica opinione, che poi è il vero nodo della vertenza, è che i problemi occupazionali legati all'esternalizzazione colpiscono i lavoratori coinvolti non all'atto della cessione ma subito dopo essere stati ceduti ad aziende che lavorano in appalto». (a.palmas.)
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