La Nuova Sardegna

Regione Sardegna, il presidente Pigliaru respinge le dimissioni di Maninchedda

Paolo Maninchedda e Francesco Pigliaru
Paolo Maninchedda e Francesco Pigliaru

Lunga lettera del capo della giunta all'assessore ai Lavori pubblici che ha annunciato l'uscita dall'esecutivo: "Rispetto profondamente le tue motivazioni ma ci sono le condizioni per andare avanti"

30 maggio 2017
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CAGLIARI. Francesco Pigliaru, il presidente della Regione Sardegna, respinge le dimissioni presentate a sorpresa dell'assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda. «Ritengo - scrive il governatore in una lettera a lui indirizzata - che sussistano le condizioni politiche per non accettare le tue dimissioni e per ragionare nelle prossime ore, assieme a te, al Partito dei Sardi, che ha avuto sempre un ruolo costruttivo e leale, e alla coalizione che rappresento, sui modi con cui proseguire questo importante lavoro, a partire da una serena valutazione sui dossier aperti e sul rapporto con lo Stato e con i governi nazionali».

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Pigliaru dice di rispettare «profondamente le motivazioni» espresse da Maninchedda. «Ne comprendo la dimensione più personale - spiega - e il bisogno di potersi fermare per ragionare e ritrovare le motivazioni più profonde. Ne comprendo anche il senso politico, a partire dalla condizione di solitudine che spesso accompagna i momenti più faticosi di chi ha responsabilità di governo. È una condizione che in varia misura ha riguardato ciascuno di noi».

Tuttavia, aggiunge il governatore, «penso che il grande lavoro che abbiamo fatto assieme e che tu stesso ricordi, la qualità istituzionale che abbiamo seminato pur avendo utilizzato talvolta approcci diversi, il mio riconoscente, forte apprezzamento per la tua attività, siano l'argomento migliore per auspicare un impegno ancora comune per realizzare pienamente gli obiettivi che ci siamo dati e per i quali hai lavorato così duramente».

Pieno rispetto e piena comprensione, soprattutto, «per gli aspetti più strettamente personali alla base delle tue scelte», ma ci sono le condizioni per ragionare e non accettare le dimissioni, ribadisce Pigliaru.

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