La Nuova Sardegna

Le fucilate a Roberto Pinna negative le prove dello stub 

di Nadia Cossu
Le fucilate a Roberto Pinna negative le prove dello stub 

Una decina le persone sottoposte all’accertamento, tra loro anche il fratello di Stefano Masala Dubbi degli investigatori sulla dinamica: proseguono le verifiche del consulente della Procura 

27 maggio 2017
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NULE. Il telefono, a casa dei Masala, aveva squillato all’una del mattino di martedì. I carabinieri cercavano Giuseppe (il fratello di Stefano) per comunicargli che avrebbe dovuto sottoporsi allo stub (l’esame che rileva tracce di polvere da sparo su mani e indumenti). La stessa convocazione era stata fatta in tutto a una decina di persone e ora sono arrivati i primi risultati: l’accertamento avrebbe dato esito negativo.
Si trattava di un attività indispensabile per escludere una determinata cerchia di persone dai sospettati dell’agguato di cui è rimasto vittima lunedì sera a Nule Roberto Pinna, il padre del 19enne Paolo Enrico condannato a vent’anni di carcere per gli omicidi dello studente di Orune Gianluca Monni e di Stefano Masala. Il cinquantenne allevatore se l’è cavata con una ferita al braccio, le fucilate esplose da qualcuno che si era appostato dietro n muretto a secco non lo hanno infatti centrato. Hanno però mandato in frantumi tutti e quattro i finestrini del pick up a bordo del quale Pinna si stata allontanando dalla sua azienda lungo la strada che collega Nule e Bitti.
Robertino Pinna aveva raccontato ai carabinieri di essere uscito dall’azienda intorno alle 20. Si era appena lasciato alle spalle il cancello e aveva subito sentito il rumore sordo delle fucilate e dei vetri che andavano in frantumi. Si era abbassato, il pick up era finito in cunetta e in quegli attimi il killer si era già dato alla fuga. Era stato lo stesso Pinna a dare poi l’allarme ai militari.
Per ricostruire con precisione la dinamica di questo episodio, è stato affidato a un consulente tecnico l’incarico di accertare la tipologia della ferita riportata da Pinna e la compatibilità con la ricostruzione dell’agguato fornita dallo stesso allevatore. Il consulente è il medico legale Vindice Mingioni che ha già eseguito un primo accertamento sulla ferita. Sul fronte investigativo, dopo alcuni messaggi minacciosi comparsi sui social e a loro rivolti, gli avvocati Agostinangelo Marras e Angelo Merlini – che difendono i Pinna – potrebbero prendere provvedimenti a loro tutela.
Intanto da parte di Marco Masala arriva un nuovo accorato appello: «Sono passati due interminabili anni dalla scomparsa di Stefano ed è un anno che la nostra Carmela (madre del giovane scomparso ndr) ci ha lasciato dopo tante sofferenze, causate dalla malattia e dalla tragica mancanza di suo figlio. Noi continuiamo a cercare Stefano ovunque ma abbiamo bisogno urgente dei cani molecolari e di altri apparati che servono per le ricerche. Per questo facciamo un accorato appello a tutte le istituzioni perché facciano un ulteriore sforzo per riattivare il lavoro di ricerca, interrotto ormai da molti mesi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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