La Nuova Sardegna

Il governo: «Sulle basi la trattativa è ferma»

Il governo: «Sulle basi la trattativa è ferma»

Il sottosegretario Rossi risponde a un interrogazione di Capelli del Cp e accusa la Regione

20 maggio 2017
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CAGLIARI. Il governo dice di avere le idee chiare sulle servitù militari. Alla Camera, con il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, ha elencato prima il peso economico dei poligoni, «producono un indotto complessivo di 280 milioni l’anno», poi aggiunto che «sul pagamento degli indennizzi ai Comuni c’è qualche ritardo ma lavoriamo per superarli» e infine detto che «la caserma di Pratosardo, a Nuoro, diventerà sede permanente dell’Esercito». Ma soprattutto Rossi ha lasciato capire che la Regione, nel 2014, ha sbagliato a non firmare il protocollo d’intesa col ministero della Difesa. «Friuli e Puglia – ha detto Rossi – l’hanno sottoscritto e gli effetti sono stati positivi». E senza dirlo in modo esplicito, ha bacchettato la Regione per quel rifiuto di tre anni fa e invece posto l’accento sui «tempi ancora troppo lunghi della trattativa su un possibile nuovo protocollo». A sollecitare le risposte del governo era stato alcuni giorni fa il deputato Roberto Capelli di Campo progressista, con un’interrogazione urgente sullo stato delle servitù militari in Sardegna. Dopo l’intervento del sottosegretario Rossi, il deputato s’è detto soddisfatto per l’impegno del governo ad accelerare i pagamenti degli indennizzi e anche per «la disponibilità dimostrata perché criteri e tempi siano rivisti tanto da far diventare più eque e veloci le compensazioni». Mentre Capelli s’è dichiarato sconcertato – testuale – «per le ribadite inadempienze da parte della Regione, che continua a non portare avanti gli atti necessari a risolvere il confronto col ministero della Difesa». Però la versione della giunta sullo stato della trattativa non c’è, ma non è difficile pensare che sia opposta a quella di Rossi, ma questa è un’altra storia. Perché gran parte del tempo a suo disposizione per rispondere all’interrogazione di Capelli il sottosegretario l’ha utilizzato per parlare di peso economico delle servitù militari in Sardegna tanto da definirle «un volano economico assolutamente rilevante». Ha messo in fila il nuero delle buste paga, 7.500, dell’indotto, 280 milioni, e ribadito che «è massimo l’impegno per sopperire ai licenziamenti dopo l’abbandono delle Forze armate tedesche della base di Decimomannu». Di possibili dismissioni il sottosegretario non ha accennato e anzi ha detto che senza il protocollo «non è possibile avere un quadro di certezza a medio o lungo termine per le attività della Difesa in Sardegna» e senza «quel documento non è neanche possibile una riflessione sulle possibili trasformazioni delle basi militari». In altre parole, secondo il governo, gran parte delle colpe sono della Regione che «non ha dato corso alla trattativa col governo».

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