La Nuova Sardegna

Poletti: «La politica deve diventare veloce»

di Simonetta Selloni
Poletti: «La politica deve diventare veloce»

Il ministro del Lavoro all’assemblea giovani Legacoop parla di nuovi voucher per famiglie e imprese

13 aprile 2017
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INVIATA A CUGLIERI. Compito arduo, parlare di lavoro e di prospettive per i giovani nella terra che non ha lavoro e che, lo dice l’Istat, ha un tasso di disoccupazione giovanile al 56 per cento. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ci prova, al tavolo dell’assemblea regionale di Generazioni Legacoop, il gruppo giovani della Lega delle cooperative riunito a Santa Caterina di Pittinuri proprio per parlare di ricambio generazionale, prospettive e politiche attive per i giovani.

Giovani, intendiamoci: parliamo di under 40, «Un'intera generazione che ha studiato, parla tre lingue, vive di intercultura, di scambi, di innovazione tecnologica e sociale, ma che non riesce a trovare lavoro. Magari rimane a casa a vivere con i genitori, non forma nuove famiglie, partecipa poco alla vita politica», ha ricordato Carla Della Volpe, coordinatrice di Generazioni Legacoop Sardegna. Arriva, il ministro, all’indomani dell’approvazione del Documento di economia e finanza, «un Def che contrasta le povertà, andremo subito al decreto di attuazione, bisogna sostenere chi il lavoro l’ha perso con misure di inclusione», ma c’è anche il problema che falcidia il lavoro, ossia la pressione fiscale. «Sarà necessario alleggerire la tassazione sul lavoro e creare buoni condizioni di vita, migliorando i salari», ma, avverte, la situazione dell’Italia è figlia di due crisi, quella globale mondiale e quella del debito pubblico. «Abbiamo storia, arte, ambiente, cultura, capacità manifatturiera ma non possiamo dimenticarci che il finanziamento del debito pubblico si fa nei mercati e davanti ai mercati dobbiamo presentarci con i conti in ordine».

Non c’è una ricetta per uscire dalla crisi, lo dice anche l’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Paci, davanti al mondo cooperativistico che vanta 130 anni di vita e che è riuscito, facendo sistema, a restare a galla. Ma a mettere tutti di fronte alla realtà sono le parole di chi prova a farcela con idee, passione e investimento. «La nostra idea Liberos, di mettere in rete tutti gli operatori della filiera del libro, si era piazzata prima tra i 500 progetti del concorso nazionale Che Fare. Meno male, non so cosa avremmo fatto senza quei 100mila euro del premio», ha spiegato Francesca Casula, dell’Associazione culturale Liberos. Rileva, lei, «una carenza nella nostra lingua rispetto ai tempi che viviamo: se prima con il termine proletariato si individuava nella prole la sola ricchezza della famiglia, ora bisognerebbe coniare il termine “genitoriato”: quelli della mia generazione hanno come unica ricchezza i genitori, se dobbiamo andare dal dentista intervengono loro, e sono sempre loro che ci permettono di coltivare il lavoro che ci piace, e nel quale magari siamo bravi».

E se si chiede, se non l’abolizione, una profonda revisione dei voucher «dobbiamo pensarli in termini diversi per le famiglie e le imprese», ammette Poletti, non tutti li demonizzano. Anzi. Francesca Serra, presidente di Is Femmineddas, di Siliqua, racconta: «Nel 2009 da un giorno all’altro mio marito ha perso il lavoro. Non mi sono persa d’animo, ho colto la palla al balzo per fare di quello che mi piaceva una opportunità di lavoro». E così la sua azienda crea oggetti artistici con materiali di recupero, soprattutto legni di barche. «Siamo piccoli, è un problema restare concentrati sull’obiettivo. Vietato assumere: ma prima, nei periodi di maggior lavoro, potevamo avere qualcuno in bottega da pagare con i voucher. Ora nemmeno più quello. E da quando ho iniziato il lavoro, l’Iva è salita di due punti». Rassicura, Poletti: il Governo non ritoccherà l’Iva. E elogia chi ha buone idee, e le misure del “Self employment” di Garanzia giovani che aiutano chi il lavoro se lo crea.

A lanciare un ponte tra il mondo delle coop e le start-up del futuro, quello il cui terreno infrastrutturale è costituito dal digitale, prova Alice Soru, Open Campus di Tiscali: cento persone che operano nel mondo del digitale, dove il coworking e il veloce scambio di idee e progetti costituiscono il valore aggiunto. «Il mondo delle start-up digitali viaggia velocissimo, perchè se non sei veloce qualcuno farà prima e meglio di te. Le coop hanno bisogno di dialogare con il territorio, e sanno ascoltare i bisogni. I nostri mondi e modi di fare impresa possono dialogare, e trasferire i saperi dall’uno all’altro». È l’impresa del futuro, la politica, conclude Poletti, dovrà capire come governare cambiamenti tecnologici molto più veloci dei suoi tempi.

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