La Nuova Sardegna

La Sardegna "ribelle": i cittadini bloccano 13 progetti di pubblica utilità

Claudio Zoccheddu
La protesta anti-centrale a Gonnosfanadiga
La protesta anti-centrale a Gonnosfanadiga

Sviluppo e ambiente. La protesta e i dubbi dei sardi bloccano opere definite “strategiche”. Dall’energia alle discariche, dai termovalorizzatori alle ricerche di idrocarburi. La Regione: solo interventi condivisi e un’industria moderna

10 aprile 2017
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SASSARI. In Italia sono 342, di cui 13 in Sardegna. Nell’elenco delle opere “ di pubblica utilità” ufficialmente bloccate nell’isola figurano quattro stazioni di ricerca degli idrocarburi, due impianti di produzione energetica, due discariche di rifiuti urbani, due siti di stoccaggio per rifiuti generici e tre termovalorizzatori. La lista, in realtà, potrebbe allungarsi. Mancano, ad esempio, l’impianto fotovoltaico di Gonnosfanadiga al centro delle ultime proteste, e manca anche l’impianto termodinamico immaginato nelle campagne di Oristano. Numeri che potrebbero far includere l’isola nella lista dei pazienti affetti da una sindrome sempre più frequente e che, se diventasse cronica, secondo alcuni potrebbe avere conseguenze disastrose per lo sviluppo.

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Nimby. “Not in my backyard”, direbbero gli inglesi utilizzando un’espressione che può essere tradotta in italiano con “non nel mio giardino”. Della serie, fate quello che dovete purché non lo facciate nel cortile di casa mia. La sindrome non teorizza un divieto generico ma riguarda la negazione degli interventi di indubbia utilità – in scala generale – a cui la popolazione si oppone per non correre il rischio di vedere alterato il proprio ambiente vitale. Un esempio: tutti utilizzano le automobili ma nessuno vorrebbe un pozzo petrolifero nel prato dietro casa. Un altro: chiunque produce rifiuti ma nessuno vorrebbe una discarica in fondo alla strada. Questo non vuol dire che le proteste non siano legittime, soprattutto quando si tratta di interventi calati dall’alto, ma quella di Nimby è una malattie, come tutte, che se non venisse curata per tempo potrebbe portare a situazioni di stallo.

Gli stop al Nord. Partendo dal capo di sopra, nell’elenco dei progetti “di pubblica utilità” bloccati dai ricorsi ci sono due interventi “ di indagine geofisica 2D nell’area dell’istanza di prospezione in mare d1 Ep-.Sc”. In parole povere, le ricerche di idrocarburi al largo dell’Asinara e della costa occidentale isola, davanti a undici comuni che hanno sbocchi sul mare: Stintino, Bosa, Tresnuraghes, Cuglieri, Alghero, Porto Torres, Sassari, Narbolia, San Vero Milis, Villanova Monteleone, Magomadas. La ricerca di idrocarburi in mare è stata bloccata anche nella zona di mare “d 1 Ep-.Sc", leggermente più a sud delle prime due aree ma sempre in zona. Stessa sorte per il termovalorizzatore di Tergu, al centro di un’indagine che ha abbracciato la ditta “Anglona ambiente” che ha bloccato l’opera. A Olbia, invece, è stata bloccata la realizzazione della discarica Spiritu Santu, ma la produzione di rifiuti continua come continua lo smaltimento, peraltro non sempre nelle aree dedicate. Per ritornare al comparto energetico, anche il termovalorizzatore di Macomer figura nella lista dei progetti al palo e, anche in questo caso, si sarebbe dovuto occupare di ottenere energia dallo smaltimento dei rifiuti. E a Macomer, come a Olbia e in tutto il resto del mondo, anche una parte della differenziata finisce in discarica. Sorte per nulla differente di quella riservata all’impianto che, nella zona industriale di Tossilo, doveva produrre compost e biometano. Poco più a est c’è, o meglio, ci sarebbe dovuta essere, la centrale termoelettrica di Ottana che è rimasta sulla carta nonostante fosse stata prevista nella zona industriale.

Centro e sud. Sempre nel campo della produzione energetica figura il cogeneratore di Simaxis che avrebbe dovuto utilizzare gli scarti della lavorazione animale per produrre watt. Il progetto Eleonora di Arborea era nato con l’idea di ricercare idrocarburi ed è finito nella lista delle incompiute dopo una lunga battaglia politica che ha visto la vittoria dei cittadini e dell’amministrazione comunale. Per lo stoccaggio di rifiuti è arrivato lo stop anche alla discarica di Nuraxi Figus, nel comune di Gonnesa, e a quella di S'ottioni Mannu, nell’area di Macchiareddu, a Cagliari. E, sempre a Macchiareddu è stata bloccata la realizzazione di un termovalorizzatore di rifiuti. E per rifiuti non si intendeva il coro dei no.

Nimto. È l’ultima frontiera dello stop con finalità politiche, intese come cura dell’elettorato. In inglese si riassume con Nimto, “not in my turn of office” che equivale all’italiano “non durante il mio mandato”. Una strategia molto utilizzata dai politici che preferiscono rimandare alla fine della carica, nella speranza che la patata bollente si raffreddi. Una prassi che non piace a chi è convinto che le decisioni sulla pubblica utilità debbano spettare al governo centrale. Infatti alcuni imputano agli amministratori di cavalcare le proteste anche per interventi banali pur di non perdere voti, e il consenso nel giardino di casa.

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