La Nuova Sardegna

La Finanziaria è legge ok a 7,6 miliardi per l’isola

di Umberto Aime

Alla sanità quasi metà delle risorse. Aumentate le quote per il sociale e il lavoro

31 marzo 2017
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CAGLIARI. La Finanziaria 2017 è legge. Il centrosinistra al governo l’ha portata a casa senza perdere pezzi lungo strada. Di 7,6 miliardi doveva essere la manovra e così sarà, con il Consiglio regionale che spesso in maniera trasversale, ha potuto gestire in proprio una quarantina di milioni. Molti saranno ben spesi, nel sociale e per l’occupazione, su altri resta qualche perplessità. Sollevate a più riprese dall’opposizione di centrodestra, anche se gli accordi bipartisan non sono mancati in diversi capitoli di spesa.

I numeri. Il riassunto del bilancio della Regione è a fianco. Ancora una volta a divorare metà delle entrate sarà la sanità, il resto dovrà servire a rilanciare lo sviluppo in una stagione che continua a essere grigia se non nera. Gli investimenti non mancheranno a sostegno dell’economia, delle famiglie, dei disoccupati e del lavoro, ma quest’anno c’è una novità in più. Tre volte l’anno, ha giurato il presidente della commissione bilancio Franco Sabatini del Pd, «controlleremo l’efficacia della spesa sul prodotto interno lordo». Nella speranza poi che dal 2018 lo Stato restituisca alla Sardegna buona parte dei 684 milioni che getta via nel pozzo del debito pubblico nazionale. «Sono soldi nostri – ha detto l’assessore al bilancio Raffaele Paci – e a Roma hanno capito che devono ridarceli».

Ultimi botti. Superati diversi scogli, nell’ultima giornata sono arrivati oltre 300mila euro per abbattere il costo dei biglietti per i sardi che viaggiano da e per La Maddalena o Carloforte. Ma anche 76 milioni per acquistare un bel po’ di autobus pubblici, quelli in servizio spesso sono sgangherati. È invece saltato l’aiuto straordinario al municipio di Nuoro per i debiti fuori bilancio, però tutti i Comuni avranno subito l’80 per cento del Fondo unico che supera in tutto i 600 milioni. Poi fra cantieri verdi, reddito di cittadinanza e fondo a favore delle povertà estreme, i sindaci avranno i finanziamenti per provare a risollevare la loro gente. C’è anche moltissimo per il sociale, perché la Sardegna ha ancora bisogno di essere aiutata per uscire dal tunnel e anche lo Stato deve smetterla di girare la faccia dall’altra parte.

Il centrosinistra. «È una manovra che punta a intercettare i segnali di ripresa che ci sono. Diamo risposte immediate al disagio e puntiamo allo sviluppo», ha detto il governatore Francesco Pigliaru. Per l’assessore Paci, «è stato fatto un grande lavoro e anche la minoranza ci ha dato una mano. Ora i 7,6 miliardi, dobbiamo riuscire a spenderli in fretta». Nella conferenza stampa finale, sono stati i capigruppo dell’alleanza a dire la loro. Pietro Cocco ha cominciato: «Ancora una volta la maggioranza ha dimostrato di essere compatta e anche il Campo progressista ha votato a favore». Gianfranco Congiu del Partito dei sardi ha aggiunto: «È una Finanziaria equilibrata, ma qualcosa in più andrà pensata per le zone interne». Pierfranco Zanchetta dell’Upc-Psi è stato deciso nel sottolineare: «Abbiamo fatto il massimo con quello che avevamo. Dobbiamo rimettere in sesto la sanità e allora sì che avremo più soldi da spendere». Daniele Cocco di Spd ha guardato lontano: «Abbiamo protetto come sempre le fasce più deboli però è forte anche la spinta per un pronto riscatto sociale di chi oggi è costretto ai margini». Fabrizio Anedda di Sinistra sarda ha chiuso con ottimismo: «La Finanziaria non risolverà tutti i problemi della Sardegna, ma servirà a dare una scossa».

Il centrodestra. Ha battagliato a lungo, ma solo in poche occasioni – non aveva i voti– l’opposizione è riuscita a modificare (chissà se in bene o in male) il bilancio. Così, alla fine, Pietro Pittalis di Forza Italia è stato duro nel commento: «Non c’è nulla di dirompente. La maggioranza non ha avuto coraggio». Per l’Udc, con Gigi Rubiu, «non è mancata solo la passione, ma anche le idee». Il più profetico è stato Attilio Dedoni dei Riformatori: «Spero che questa sia la vostra ultima finanziaria. Dovete andar via prima del 2019». Sardisti, Uds e Fratelli d’Italia sono andati a ruota: «Pochi soldi per colpa dello Stato e pochissimi progetti della giunta». Lo scontro si ripeterà a breve: è in arrivo la legge urbanistica.

L’ultimo conto. Anche nel 2016 il Consiglio regionale ha pagato ben 17,5 milioni di vitalizi agli onorevoli delle passate legislature, mentre quelli attuali (2014-2019) al privilegio hanno rinunciato. L’assegno di mantenimento fa inorridire per non dire altro, ma purtroppo non c’è nulla da fare. I diritti acquisiti – anche se ingiusti – mai possono e potranno essere intaccati.

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