La Nuova Sardegna

SASSARI. La Regione mette in vendita i suoi gioielli. Alberghi, case coloniche, appartamenti, terreni, cabine dell’Enel. Il governatore Francesco Pigliaru ha dato il via libera all’alienazione di tutti quei beni immobili di proprietà regionale che non vengono utilizzati e non hanno interesse ambientale o culturale. Su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, la giunta ha individuato 75 immobili che possono essere subito ceduti perché non sono considerati di alcuna utilità ai servizi regionali. Un elenco di beni disseminati su tutto il territorio regionale dal valore di milioni di euro. In caso di flop della vendita all’incanto, precisa Erriu, quelli che hanno una vocazione turistico-ricettiva potranno essere oggetto di una concessione di valorizzazione. Nel senso che resteranno di proprietà della Regione ma verranno dati in concessione a privati.

Alberghi. Tra gli immobili che la giunta ha deciso di mettere all’asta ci sono diversi alberghi. A partire dal vecchio Bellavista di Fertilia, da anni chiuso, al Miramare di Bosa Marina, a pochi metri dalla spiaggia. Nell’elenco dei beni c’è anche un complesso alberghiero nel territorio di Sorso. Altri hotel in vendita sono il Villa Fiorita di Sorgono, il Noccioletto di Tonara, entrambi ex Esit. Come lo sono anche quelli di San Leonardo, nel comune di Santulussurgiu, e di Santa Caterina di Pittinuri, nel comune di Cuglieri. Nasceva come albergo dell’Ente sardo del turismo anche il palazzo di via XXVIII febbraio a Cagliari, fino a poco tempo fa sede dell’assessorato regionale al Lavoro. Anch’esso è stato inserito dalla Regione nell’elenco dei beni da cedere.

Tenute. In vendita anche le aziende agricole alle porte di Alghero di Surigheddu e Mamuntanas, su cui avrebbero messo gli occhi le Bonifiche Ferraresi, che nei mesi scorsi hanno acquistato la Sbs di Arborea.

Centro intermodale. Nell’elenco anche l’ex centro intermodale di Chilivani, che fino a qualche mese fa sembrava destinato a ospitare il coordinamento della Protezione civile. Ma così non sarà. Per la Regione deve essere venduto. Come anche l’ex Batteria Lostia di Cagliari, che dieci anni fa la Regione aveva trasferito insieme a numerosi altri beni alla Conservatoria delle Coste, tutti ritornati a casa dopo la soppressione dell’agenzia.

Terreni. Le due storiche aziende agricole di Surigheddu e Mamuntanas non sono gli unici terreni di cui la Regione vorrebbe disfarsi. Nella lista se ne contano altri due ad Alghero (nelle località Ena Las Vaccas e Maristella), uno a Sassari nella zona di Predda Niedda, quattro a Ossi in località Sos Pianos, due a Posada in località Sas Murtas. E ancora terreni a San Teodoro, La Maddalena e Ozieri. Via anche le aree ex Ersat in viale Monastir a Cagliari, oltre a diverse aree nella zona del Poetto.

Locali e appartamenti. Per l’assessorato agli Enti locali non alcun senso che la Regione continui a possedere alcuni immobili commerciali e artigianali la cui vendita può essere invece utile a rimpinguare le casse pubbliche. E così sono stati messi all’asta locali e fabbricati a Fertilia, Porto Cervo, Arborea. E un locale commerciale nella centrale via Manno di Cagliari. Nelle proprietà immobiliari della Regione anche appartamenti a Oristano e Palmas Arborea. E ancora le Case minime di Oliena, il Palazzo Cerlienco di Arborea. E un lungo elenco di case coloniche disseminate tra Castiadas, Marrubiu e Oristano.

Tentativi a vuoto. Nell’ultimo elenco mancano diversi beni di proprietà che la Regione non ha voluto inserire perché per ben quattro volte il loro tentativo di alienazione è andato a vuoto. Non è escluso, comunque, che in caso di aste deserte i beni con una vocazione turistica possano essere dati in concessione. Un discorso che vale ovviamente per alberghi, appartamenti e locali commerciali. (al.pi.)