La Nuova Sardegna

il crack della municipalizzata

Carloforte, imputati tutti assolti

Non colpevoli in appello le amministratrici condannate due anni fa

17 febbraio 2017
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CAGLIARI. Per il crack della municipalizzata di Carloforte non paga nessuno: le due imputate condannate a conclusione del giudizio abbreviato di primo grado a due anni e dieci mesi di reclusione sono state assolte dall’accusa di bancarotta dalla Corte d’Appello presieduta da Antonio Onni. Dunque il fatto non sussiste neppure per Caterina Simonetti e Battistina Rivano, difese da Toto Casula, Marco Atzori e Pietro Vitiello. Il pg Maria Grazia Genoese aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado emessa dal gup Roberta Malavasi il 13 gennaio 2014, ma alla fine hanno prevalso le tesi della difesa. Dopo Ugo Cappellacci e gli altri quattro coinvolti nella vicenda e assolti al primo processo, per i giudici del secondo grado neppure le due amministratrici hanno avuto responsabilità nella gestione ballerina della municipalizzata negli anni che vanno dal 2003 al 2006, quando il caso esplose aprendo la strada anche a polemiche di taglio politico. L’accusa, a verio livello e titolo, era di aver consapevolmente ritardato e aggravato il dissesto della compagine, finita in un mare di debiti con un danno ingente per le casse pubbliche perché sulla base di valutazioni improprie, nel 2006 il comune di Carloforte acquistò per 69 mila euro quote della società che in realtà non valevano nulla. Un’accusa che finì per coinvolgere, nel corso dell’inchiesta giudiziaria condotta dal pm Giangiacomo Pilia, anche l’allora governatore Cappellacci. Al processo rimasero impigliate solo due imputate, che ieri ne sono uscite indenni. (m.l)

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